Salerno. Enrico Porzio incontra gli studenti del Severi - Le Cronache Attualità
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Salerno. Enrico Porzio incontra gli studenti del Severi

Salerno. Enrico Porzio incontra gli studenti del Severi

di Raffaella D’Andrea

 

 

Grande entusiasmo al Liceo Severi per l’arrivo di Enrico Porzio, pizzaiolo napoletano tra i più celebri, che è stato accolto con applausi e tanta curiosità dagli studenti. Per un giorno, i ragazzi si sono trasformati in giornalisti, ponendogli domande sulla sua carriera, sulle tecniche di impasto e sul successo della pizza napoletana nel mondo.

Durante l’incontro, Porzio ha raccontato il suo percorso, dagli esordi nella pizzeria di famiglia fino alla notorietà sui social e all’apertura di locali in tutta Italia. Ha parlato di sacrifici, passione e innovazione, sottolineando come la pizza non sia solo un piatto tradizionale, ma un simbolo della cultura partenopea.

L’evento si è trasformato in una vera e propria conferenza stampa, con gli studenti che hanno posto domande mirate e curiose, mostrando grande interesse per il mestiere del pizzaiolo e per il mondo dell’imprenditoria gastronomica. Ecco alcuni degli scambi più significativi:

Enrico, la tua carriera è costellata di successi. Hai aperto diversi locali in Italia e all’estero, portando la tradizione della pizza napoletana ovunque. Come vivi questa crescita?

”Il successo di una pizzeria non si misura solo dalle file fuori dal locale, anche se, certo, vedere tante persone in attesa di una mia pizza è una grande soddisfazione. Significa che la tradizione napoletana è amata ovunque, dalla Puglia alla Lombardia, dove ogni giorno facciamo sold out. Ma il vero lavoro è dietro le quinte: aprire e gestire tanti locali richiede impegno, organizzazione e sacrifici. Non basta avere una buona pizza, bisogna garantire qualità costante, curare ogni dettaglio e gestire il personale con attenzione. È un percorso in continua evoluzione, e infatti a Milano stiamo già pensando a una seconda apertura. Una delle più grandi soddisfazioni l’ho avuta proprio lì: al Sud è quasi scontato che una pizzeria abbia successo, ma a Milano, vicino ai Navigli, senza parcheggio – cosa per noi impensabile – vedere una fila di oltre 600 persone che aspetta ore per assaggiare la mia pizza è stato emozionante. Mi ha inorgoglito e, lo ammetto, anche scioccato! Tanto che a un certo punto ho preso il monopattino per raggiungere gli ultimi della fila e offrire la mia pizza“.

Fare il pizzaiolo è un mestiere che si può svolgere senza passione?

”No, assolutamente. Senza passione, diventa solo fatica. Gli orari sono impegnativi, si lavora quando gli altri si rilassano, si sta in piedi per ore. Se lo fai solo per portare lo stipendio a casa, rischi di viverlo male. Ma se hai passione, tutto cambia: diventa una sfida, un’occasione per migliorarsi ogni giorno. Non è più un peso, ma un percorso di crescita che ti porta a superare i tuoi limiti”.

Qual è il tuo ricordo più forte legato alla pizza a Napoli?

”A Napoli c’è una cosa bellissima: quando entri in pizzeria, la prima domanda che ti fanno è sempre la stessa – ‘Sei un fan della Margherita?’ – ma con una raccomandazione: ‘Falla abbocca e furn!’. È un’espressione tipica che significa che la pizza deve essere cotta alla perfezione, lentamente e con maestria. Da qui nasce uno dei miei motti: cottura, lenta, docile e mai aggressiva. La pizza è tradizione, ma anche interpretazione personale. Quando ho iniziato a fare video sui social, ho deciso di raccontarla con spontaneità, senza imitare nessuno. Ogni pizzaiolo ha una storia e un modo unico di esprimersi e di li un’ altro motto dedicato ai miei colleghi ,replica, ma non imitare”.

Hai sempre saputo di voler fare il pizzaiolo?

”No, da bambino sognavo di giocare a calcio. Ho avuto anche la mia occasione, ma una squalifica – per una mia scorrettezza, lo ammetto – mi ha messo davanti a un bivio. È stato allora che ho iniziato a seguire mio padre in pizzeria. All’inizio lo vivevo quasi come una punizione, ma poi ho capito che era un’opportunità. Quando ero ragazzino, il mestiere del pizzaiolo veniva visto come un lavoro duro, quello da cui i genitori cercavano di tenerti lontano. Oggi, invece, è un’arte riconosciuta, un’ambizione. I pizzaioli vengono chiamati dagli chef per eventi, collaborazioni, serate gourmet. È cambiato tutto”.

Ci sarebbe possibilità di fare esperienza nel tuo locale?

”Certo!  Offro a tutti di fare uno stage in pizzeria, oltre perché un’esperienza bellissima, ma anche perché è un’opportunità di imparare un mestiere e capire cosa c’è dietro ogni pizza che mangiamo. E sì, è anche un lavoro che può dare grandi soddisfazioni economiche. Spesso si pensa che fare uno stage significhi lavorare gratis, ma non è così. Chi lavora in pizzeria sta apprendendo un’arte che noi pizzaioli abbiamo affinato dopo anni di esperienza. È un investimento sul proprio futuro. Quindi, ragazzi, pensateci: potrebbe essere un’avventura che vi cambia la vita!”.

L’incontro si è concluso tra applausi e una grande foto di gruppo, con Enrico Porzio circondato dagli studenti entusiasti. Un’esperienza che ha lasciato il segno, offrendo ai ragazzi un’occasione unica per avvicinarsi sia al mondo della comunicazione che a quello dell’imprenditoria gastronomica, attraverso la voce di chi ha saputo trasformare una passione in un vero e proprio brand.