Salerno. Conti in rosso e spese aumentate - Le Cronache Salerno
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Salerno. Conti in rosso e spese aumentate

Salerno. Conti in rosso e spese aumentate

di Alfonso Malangone e Giuseppe Vuolo*

A fine Maggio 2022, in due giorni, si passò dalle ‘stelle’ alle ‘stalle’. Ci vollero solo due giorni, infatti, perché dopo la delibera del Consuntivo 2021, vantato per equilibrio e sostenibilità, il Comune decidesse di aderire al ‘decreto aiuti’ approvato dal Governo per gli Enti in sostanziale pre-dissesto. Poi, ci vollero pochi altri giorni per ascoltare la famosa frase che fece ‘piazza pulita’ di decenni di documenti tenuti ‘sui trampoli’: “venderemo tutto, tranne il Comune e l’Arechi” (cit.). E, l’altra: “non penalizzeremo i cittadini” (cit.) per evitare fughe. In verità, le statistiche dicono che, oggi, c’è un esodo. Quando, infine, a distanza di qualche mese, si conobbero le condizioni del contratto, ai cittadini non rimase che ‘farsene una ragione’ e iniziare a pagare il debito stratosferico di 169,9milioni di euro di cui era stata confutata la gravità e che, in realtà, occupava il primo posto in Italia per quota pro-capite. Fu un periodo di notizie molto veloci, come lo sono generalmente quelle brutte. Nei giorni scorsi, con molto ritardo e non per vie ufficiali, si è saputo del contributo concesso dal Governo a copertura di una quota significativa di quel Disavanzo per alleggerire il rimborso a carico della Comunità. Trattandosi di un evento certamente favorevole, avrebbe dovuto meritare una analoga, se non maggiore, velocità nella diffusione, pure con manifestazioni di giubilo e, magari, lo sparo di qualche botto visto che, in questa Città, si festeggiano con i fuochi d’artificio anche gli onomastici e i compleanni. Pure di cani e gatti. Invece, tutto è passato sotto silenzio, manco fosse un segreto da tutelare. Su questo sostegno, appare utile sottolineare che è stata la Legge di Bilancio 2024 a disporre il riparto di un contributo annuale di 50milioni, per dieci anni, tra le nove Città aderenti al decreto aiuti. A data corrente, dopo la chiusura 2024, l’importo assegnato a Salerno fino al 2033 ammonta a 70,3milioni di euro su un Disavanzo residuo di 117,5milioni. Siamo al 60%. Un avvenimento che avrebbe davvero meritato ogni più ampia divulgazione per le potenziali positive riduzioni apportabili alle rate da versare secondo la facoltà prevista dall’art. 5 del contratto. Purtroppo, non solo è mancata la notizia, ma adesso si è capito che mancheranno anche le conseguenze attese. Infatti, il Bilancio di Previsione 2025, da deliberare il giorno 20 in Consiglio, è stato elaborato PER CASSA nel rispetto degli accordi sottoscritti sul versante delle Entrate e, quindi, con la quantificazione di maggiori incassi tributari ed extra-tributari per ben 41,8milioni di euro, dopo che nel 2024 sono già aumentati di 26,3milioni. A collaterale, poi, è stato rimpinguato l’elenco dei beni da vendere benché, di fatto, sarebbe ormai assente ogni urgenza. A parte, forse, i lidi Demaniali di Torre Angellara, visto l’intuibile interesse di qualche privato per le imminenti concessioni Bolkestein. Ma, anche sul lato delle Uscite, c’è qualcosa da osservare. Sorprende, infatti, che in un periodo che dovrebbe essere di ‘austerità’, sia previsto l’aumento delle Spese correnti per ben 76,3milioni, dopo quello per 7,8milioni del 2024. Una scelta inconcepibile, ‘senza freni apparenti’. In particolare, crescono gli stipendi e gli acquisti di beni e servizi. E, quindi: “siamo o non siamo in una fase di raffreddamento della spesa?” Cioè: “l’austerità colpisce solo i cittadini?” In ogni caso, è evidente che la concessione del contributo costituisce una occasione propizia per procedere ad una verifica delle voci ‘deboli’ del Bilancio per accertare la presenza dei presupposti idonei a giustificarne permanenza e quantificazione. Se questa indagine mancasse, in tutto o anche in parte, allora sarebbe pure lecito avanzare qualche dubbio su una manovra contabile che, di fatto, potrebbe perseguire l’obiettivo di tenere alta la pressione fiscale per fronteggiare crediti inesigibili o, addirittura, insussistenti. Perché, di fatto, ai cittadini viene oggi chiesto di subire un prelievo doppio rispetto ad un Disavanzo ‘netto’ pari a meno della metà. Non solo. Poiché il contributo è comunque formato con i proventi di imposte e tasse nazionali, si viene a realizzare un circuito davvero perverso: i cittadini sono tenuti a versare allo Stato somme da esso destinate ad aiutare il Comune a pagare un Disavanzo per il quale, gli stessi cittadini, versano il doppio di quanto dovuto. Un fatto diabolico. Così, non può sorprendere se il Fondo Cassa iniziale 2025 sia dichiarato in 54,7milioni di euro (!), anche se SIOPE del MEF parla di 41,6milioni a fine 2024. Una differenza almeno da chiarire. Sorprende, invece, che il saldo sia valutato positivamente, visto che all’esuberanza delle risorse Comunali corrisponde la ‘deficienza’ di quelle dei privati. Forse, Dracula era più gentile. Per questo, se gli Amministratori sono l’espressione della Comunità intera e se ad essi spetta la gestione delle risorse per la soddisfazione dei bisogni di tutti e nell’interesse di tutti, allora una spiegazione su come stanno davvero le cose è da ritenere più che doverosa. Di fatto, in passato, mai si è parlato del Bilancio in termini chiari, anche quando gli equilibri finanziari erano davvero ballerini. Ora, in presenza di significativi fondi governativi, l’argomento non può continuare ad essere avvolto dal mistero né essere sostenuto dall’incerto parere dell’Organo di Controllo che, almeno negli ultimi due anni, e in almeno due occasioni, è stato oggetto di fondate censure con successivi interventi a rettifica. In quanto dotato di professionalità specifiche, spetta al Collegio garantire la regolarità contabile dei documenti e la loro conformità alle disposizioni di Legge o alle pronunce della Corte dei Conti con un giudizio di scienza, di conoscenza e, comunque, di coscienza. Tutti possono sbagliare, certo. Però, come organo di collaborazione verso la parte politica, ma anche e, soprattutto, di garanzia nei confronti dei cittadini, chiamati anche a pagarne i compensi, è davvero sorprendente leggere relazioni che approvano i documenti esaminati elencando, a collaterale, due pagine di rilievi, sollecitazioni, esortazioni, che sviliscono la credibilità delle stesse conclusioni. Per almeno un decennio, i cittadini hanno avuto fiducia e speranza, prima di accusare il colpo del ‘tradimento’ rappresentato dall’adesione al decreto aiuti. Questo, oggi, non può essere più accettato. Ad essi, che sostengono i sacrifici, spetta di sapere e anche di disporre della più ampia documentazione esplicativa per le poste contabili più delicate e, in particolare per i Residui Attivi, con riferimento alla sussistenza dei crediti, alla loro recuperabilità e alla percentuale degli incassi attesi. Proprio in questi giorni, sono state diffuse voci molto preoccupanti circa la regolarità delle procedure di recupero poste in essere dalle società Concessionarie, prima Soget e poi Municipia, e alla possibile prescrizione di consistenti aliquote di crediti. Del resto, secondo una rilevazione approssimata, a fine 2023 erano presenti ben 109,3milioni di euro di cartelle TARI non pagate, 57,4milioni di Multe, 49,7milioni di ICI/IMU, e tante altre ancora, per un totale di 235,1milioni. E, quindi: “è possibile che siano carta straccia, in tutto o in parte?” Poi: “è possibile che sia necessario tenere alte le Entrate per fronteggiare perdite inespresse?” Sono queste, le richieste finali della presente riflessione. Ai responsabili spetta il dovere di rispondere. Diversamente, potrebbero essere le Autorità preposte, ciascuna per quanto di competenza. Perché, la costruzione di un futuro stabile per questa Città può essere solo l’effetto di scelte fondate su verità ‘vere’ e su certezze ‘certe’, in un contesto di integrità e trasparenza. E’ il momento di dimostrare che tutto questo è possibile. ‘Questa Città ha bisogno di amore’. *liberi cittadini