Salerno. Che fine farà l’attuale ospedale? - Le Cronache Attualità
Attualità Salerno

Salerno. Che fine farà l’attuale ospedale?

Salerno. Che fine farà l’attuale ospedale?

di Erika Noschese

Se il nuovo ospedale “Ruggi” potesse prendere le sembianze di quel che attualmente dimostra di essere la sanità in città e nell’area di competenza della struttura, probabilmente i coreani citati orgogliosamente dal governatore De Luca avrebbero dovuto disegnare un enorme punto interrogativo. Perché tanti sono, ad oggi, i punti poco chiari circa la destinazione d’uso prevista per l’attuale ospedale, una volta trasferite tutte le attività presso la nuova struttura (si spera entro i due anni e mezzo citati a più riprese sia dalla società padovana Manens tramite Giorgio Finetti, sia dallo stesso De Luca) e, soprattutto, circa le modalità operative che riguarderanno il periodo che da oggi andrà ad oltranza, fino al momento in cui sarà dichiarato pienamente operativo il nuovo “Ruggi”. Partiamo dal futuro: i sindacati hanno riferito che l’attuale nosocomio, una volta trasferite tutte le attività nella nuova struttura, sarà utilizzato soltanto in minima parte per attività relative all’azienda ospedaliera universitaria. Si salveranno la torre cardiologica, infatti, e l’attuale area amministrativa. Dunque, a parte gli uffici e la torre cardiologica, null’altro si salverà in termini di utilizzo. Quindi cosa si farà? Ci sarà una nuova redistribuzione? Si creeranno nuove attività? Si dislocheranno attività, come ad esempio quella riabilitativa che non è possibile realizzare nel solo plesso del “Da Procida”, pur esso a scartamento a dir poco ridotto? Sarà demolito per favorire la creazione di qualcos’altro, magari con gli stessi fini di pubblica utilità per il cittadino, per una volta, a discapito dell’ennesimo plesso abitativo affidato ai privati? Il dubbio più grande, però, non riguarda il futuro. Le dichiarazioni del sindaco Vincenzo Napoli, precedute da quelle del direttore generale del “Ruggi”, Vincenzo D’Amato, hanno un peso specifico davvero notevole. Il dg ha definito il nuovo ospedale “una cosa di cui c’era un’esigenza enorme”, aggiungendo che “sono molteplici i problemi che investono questa struttura (l’attuale Ruggi, ndr), a partire dagli spazi esterni, dai parcheggi a finire per quelli interni, i posti letto, ma non solo, i servizi per personale”. Non da meno è stato il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, che ha usato parole tutt’altro che mielose nei confronti dell’attuale nosocomio: un semplice e conciso “ormai è un ospedale disfunzionale”, che suona davvero stridente. Parlare in questo modo di un plesso in corso di dismissione è possibile, certo, ma considerando che prima di poter reputare “vecchio” quello che è l’attuale Ruggi, a tutti gli effetti, bisognerà attendere non meno di due anni e mezzo o anche più, ha senso? Siamo certi del fatto che tali dichiarazioni siano state finalizzate a valorizzare degnamente l’impegno profuso dall’ente Regione per la realizzazione del nuovo ospedale a Salerno, così come siamo certi che le forze – sempre poche, troppo poche – in campo quotidianamente all’interno delle diverse unità operative del “Ruggi” siano sempre più determinate affinché il cittadino, l’utente finale cui queste strutture sono rivolte: resta il peso di parole che, pur con “leggerezza”, sono state pronunciate da due personalità di assoluto rilievo. Parlare di “ospedale disfunzionale” può davvero far dormire sonni tranquilli ai cittadini, già consapevoli di quanto sia effettivamente difficile fruire del servizio sanitario nazionale e regionale? Siamo certi che la risposta sia negativa, così come negativa è l’impressione che hanno dato queste parole a chi ha avuto il (dis)piacere di ascoltarle o di leggerle su colonne come queste. Il punto interrogativo, intanto, resta. Forse anche più di uno.