di Erika Noschese
Il Comune di Salerno, a quanto pare, ha un problema con le associazioni. Oltre al regolamento, infatti, è finito nel dimenticatoio anche l’Albo delle associazioni, promosso nel lontano 2017 e con un primo lancio ufficiale che aveva visto, nel mese di ottobre, diverse associazioni ritrovarsi a Palazzo di Città per dare il via ad uno strumento che avrebbe permesso all’amministrazione di avere contezza delle associazioni presenti in città, probabilmente distribuire meglio le poche strutture comunali a disposizioni ed eliminare i favoritismi, come invece accade oggi. A quell’albo era prevista l’iscrizione di oltre 200 associazioni locali, molte delle quali – come i Figli delle Chiancarelle giusto per fare un esempio, avevano anche già versato i diritti di segreteria. Nel 2017 la nota ufficiale che annunciava la realizzazione dell’albo delle associazioni: L’amministrazione comunale si apre alle associazioni per una collaborazione e una interazione fattiva con le stesse. “Trovo di grande interesse – aveva dichiarato in quell’occasione il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli – questa iniziativa che ha riscontrato l’appoggio di tutti. Sarà un’occasione importante non solo per delineare una mappatura delle tante associazioni presenti sul nostro territorio, ma anche per poter attingere dalle stesse, saperi e competenze”. Un progetto fortemente voluto e supportato dall’allora consigliere comunale, oggi deputato di Azione Antonio D’Alessio: “Vogliamo creare un elenco delle associazioni – aveva detto il consigliere D’Alessio in occasione della presentazione dell’albo – e fino al 31 dicembre ci si potrà iscrivere. Le associazioni che intenderanno interagire con il Comune verranno suddivise per categorie in base alle proprie materie di interesse. Sarà uno strumento operativo all’insegna della trasparenza”. Obiettivo dell’Elenco delle Associazioni agevolare i rapporti di comunicazione e di collaborazione con le forme associative che operano nel territorio comunale e la stessa amministrazione. L’elenco era rivolto ad associazioni culturali, socio-assistenziali, impegnate sui temi dell’ambiente e del territorio o sport e tempo libero. Unica condizione per l’iscrizione non aver partecipato a competizioni elettorali con proprie liste e non fiancheggiatrici di partiti politici. Il Comune, da quella presentazione, ha poi incassato soldi attraverso il pagamento dei diritti di segreteria ma il progetto è rimasto fermo al palo, probabilmente in qualche cassetto. E di questo elenco, proprio come il regolamento stilato dall’assessore Claudio Tringali, oggi non c’è alcuna traccia.