di Erika Noschese
La decisione del governo nazionale dei cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco ha suscitato non poche polemiche anche in provincia di Salerno. Sotto attacco dell’Anpi il sindaco di Siano Giorgio Marchese che ha scelto di celebrare l’80esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo con una cerimonia più sobria che esclude, dato l’evento straordinario, la presenza della banda musicale. Il primo cittadino ha infatti disposto il raduno in piazza San Rocco alle 9.30, poi la celebrazione della Santa Messa in suffragio delle vittime di tutte le guerre e successivamente la deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti in Villa Comunale per poi spostarti, con i rappresentanti di Reduci e Combattenti e Anpi in piazza don Vincenzo Leo e in via Roma per la deposizione dei fiori sulle lapidi dei partigiani caduti e di Geppino Di Pietro, vittime del nazi fascismo. Una decisione che ha fatto storcere il naso anche al presidente provinciale dell’Anpi Salerno, Ubaldo Baldi, che attraverso i social ha dichiarato: «Continuano ad arrivare lamentele dai nostri iscritti Anpi che in alcuni Comuni annullano le manifestazioni per il 25 aprile con la scusa del lutto. E’ una manovra di basso livello per sminuire la celebrazione della Liberazione!». Marchese dal canto suo ribadisce che è stata scelta una forma più sobria per celebrare il 25 aprile e che, di fatto, non intacca né il senso della manifestazione né la limita in alcun modo. A Salerno invece le celebrazioni saranno divise in due momenti: quello istituzionale e il corteo organizzato da Anpi Salerno, Cgil e la Rete delle Associazioni e movimenti di antifascisti. La cerimonia istituzionale coordinata dalla Prefettura di Salerno in occasione dell’80^ anniversario della “Liberazione”, prevede la Santa Messa in suffragio ai caduti officiata da Padre Raffaele Bufano e Don Alfonso D’Alessio, Cappellano provinciale della Polizia di Stato – lettura della “Preghiera del Partigiano” alle ore 9 presso la Chiesa del Sacro Cuore, poi in piazza Vittorio Veneto onori ai caduti e deposizione delle corone d’alloro al Monumento ai Caduti e alla lapide del Partigiano Tenente Ugo Stanzione; lettura della “Preghiera della Patria”; breve saluto da parte delle Autorità, dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali, delle Associazioni combattentistiche e d’arma e dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Salerno. Alle ore 10.25 dinanzi al Monumento del Marinaio alzabandiera e deposizione della corona d’alloro da parte dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia e lettura della “Preghiera del Marinaio” mentre alle 11 al Palazzo della Provincia la deposizione di una corona d’alloro da parte delle Autorità e dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Salerno alla lapide che ricorda le Medaglie d’Oro della Resistenza. La cerimonia sarà accompagnata da brani eseguiti dall’Associazione Musicale Complesso Strumentale “Lorenzo Rinaldi” – Città di Giffoni Valle Piana, diretta dal maestro Francesco Guida. Ma è proprio dopo la cerimonia in piazza Vittorio Veneto che l’Anpi si staccherebbe dalla manifestazione ufficiale per dare il via al Corteo non istituzionale con tanto di tamorre al seguito. Il corteo partirà alle 10.30 da piazza Ferrovia e proseguirà fino alla piazza altezza Bar Nettuno. «In occasione dell’80esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo, sentiamo la responsabilità di scendere in piazza per affermare a gran voce che la Liberazione non è una reliquia che appartiene al passato o una vuota commemorazione istituzionale. La resistenza partigiana è un insegnamento da tramandare e attualizzare alla luce del preoccupante scenario contemporaneo – hanno fatto sapere le associazioni attraverso i canali social – L’ascesa di vecchi e nuovi fascismi, il piano di riarmo globale, il genocidio del popolo palestinese, la svolta autoritaria consacrata dal Decreto cosiddetto “sicurezza”, impongono urgentemente una presa di consapevolezza rispetto alla nuova fase che la storia ci sta consegnando. Mai come adesso, gli echi del fascismo sono un fatto tangibile del nostro presente. Ne sono una prova le immagini dei poliziotti del reparto celere che caricano con violenza i manifestanti a Milano mentre indossano simboli dichiaratamente nazisti. Tutto ciò non deve farci paura ma deve spingerci a lottare con ancora più determinazione, costruendo una nuova opposizione sociale e tessendo alleanze nei territori per rispondere con forza alle provocazioni che il governo Meloni e i suoi alleati internazionali stanno mettendo in atto. Sappiamo da che parte stare. Dalla parte di chi quotidianamente vive sulla propria pelle gli orrori del genocidio e della guerra. Dalla parte di chi subisce la violenta repressione dello stato. Dalla parte di chi lotta ogni giorno contro una costante condizione di pericolo a causa di un sistema patriarcale, omofobo e transfobico. Dalla parte di chi è costrett* a vivere di stenti per colpa di un sistema che non garantisce il diritto all’abitare, alla salute e a un lavoro sicuro e dignitoso. Dalla parte di chi vuole muoversi liberamente nel mondo in cerca di migliori condizioni di vita. Per questo, crediamo che il 25 Aprile sia una giornata di lotta e aggregazione, per ribadire che la resistenza è adesso e la liberazione passa dalla nostre piazze».





