di Marco De Martino
SALERNO. Ci siamo. Le farfalle nello stomaco finalmente lasceranno spazio alla tensione dei 90’. C’è Salernitana-Benevento: la lunga vigilia, fatta di polemiche, accuse ed euforia è finalmente finita. Eppure di vigilie così, Salerno, ne ha vissute. Tante. Almeno negli ultimi vent’anni. Prima del match con la Lucchese, nel 1995, c’era l’euforia della prima volta. Prima della sfida al Venezia, nel 1998, c’era la consapevolezza di poter festeggiare ma la voglia di non eccedere. Prima del Vicenza, un anno dopo, c’era la rabbia e la determinazione nel voler concretizzare una straordinaria rimonta. E poi ancora l’Ascoli nel 2005, il Genoa nel 2006, il Pescara nel 2008, il Verona nel 2011. Storia recente, degli ultimi venti anni, quelli vissuti all’Arechi, tra il paradiso della serie A e l’abisso della terza serie. Ed ora da questo abisso la gente di Salerno vuole uscirne, vuole risollevarsi e riprendersi quello che è suo di diritto. Il calcio che conta. Perché una piazza che conta su oltre ventimila cuori, checché ne dicano i filoiodiciani, è un patrimonio da tutelare per il calcio italiano. Che mettano il naso all’Arechi, questo pomeriggio, i colletti bianchi del “pallone”, che prendano atto della passione e della compostezza di una piazza da più parti criticata, bistrattata, addirittura odiata. Salerno ha dato la sua risposta, forte, a tutti. Al di là di ogni retorica, ventimila spettatori, che siano i cosiddetti occasionali o gli aficionados che si son fatti la serie D a Budoni e ad Arzachena, sono al fianco della Salernitana. Una squadra, quella di Menichini, che di certo non sciorinerà il miglior calcio del girone, che non varrà i 58 punti finora collezionati in classifica, che non avrà meritato i 30 punti accumulati in trasferta, ma che ha un cuore grande così. Perché un gruppo che per tutto il campionato ha dovuto convivere con una emergenza atavica, quasi una maledizione, tanti e tali sono stati gli infortuni dei propri calciatori, è capace di compiere un cammino del genere, deve averlo per forza un cuore grande così. Anche oggi, in occasione del crocevia della stagione, la Salernitana dovrà fronteggiare questo problema. Trevisan, Bianchi, Pestrin e Negro: quattro pilastri che mancheranno a Menichini, il quale recupera ma forse solo per la presenza, Bocchetti. La grande novità dovrebbe essere rappresentata dal cambio di modulo. Menichini potrebbe optare per un 4-2-3-1 iper offensivo, con Nalini e Gabionetta sugli esterni e con Calil alle spalle di Mendicino. In questo caso sarebbe Bovo a scivolare in panchina. naturalmente sarà chiesto un sacrifico in più, in fase di copertura a Moro e Favasuli, mentre per il resto il pacchetto arretrato dovrebbe essere quello annunciato, con Colombo, Lanzaro, Tuia e Franco davanti a Gori. Tornerà dunque titolare Gabionetta nel match più importante. I tifosi si attendono tanto da lui e questa potrebbe essere la sua giornata. Quella, finalmente, dell’esplosione. Perché contro il Benevento dello smemorato ex Brini servirà molto di più di quanto visto finora. A cominciare da chi il proprio dovere l’ha fatto a sprazzi, come appunto Gabionetta, ma anche da chi l’ha sempre fatto. I giallorossi sono una corazzata, imbattuta in trasferta, con il miglior attacco e la seconda difesa meno perforata. Ma la voglia della Salernitana di tornare dove le spetta, buttando a mare le brutture degli ultimi anni, dovrà essere più forte di ogni cosa. Come il mare granata che circonderà i protagonisti in campo. Come, parafrasando Jovanotti, in un sabato sera salernitano, che sembra tutto perduto poi ci rialziamo…
Così in campo all’Arechi ore 15,00
SALERNITANA (4-2-3-1): Gori; Colombo, Tuia, Lanzaro, Franco; Moro, Favasuli; Gabionetta, Calil, Nalini; Mendicino. A disp.: Russo, Bocchetti, Penta, Tagliavacche, Perrulli, Bovo, Cristea. All.: Leonardo Menichini
BENEVENTO (4-2-4): Pane; Pezzi, Lucioni, Scognamiglio, Som; Vitiello, D’Agostino; Alfageme, Marotta, Eusepi, Campagnacci. A disp.: Piscitelli, Padella, Celjak, Melara, Agyei, Kanoute, Mazzeo. All.: Brini
Arbitro: Serra di Torino (Fraschetti-Chiocchi)