di Marco De Martino
SALERNO – Una mission impossible. E’ quella che si troverà ad affrontare la Salernitana che questa sera se la vedrà, in un Arechi pieno come un uovo, con i vice-campioni d’Europa dell’Inter. Contro la squadra probabilmente più attrezzata per la vittoria dello scudetto, Paulo Sousa è obbligato a fare risultato per evitare che il suo destino si compia in larghissimo anticipo rispetto al previsto. La Salernitana ha soli tre punti in classifica ma ciò che più preoccupa la società è che nelle ultime quattro partite, tre delle quali disputate contro delle dirette concorrenti alla salvezza, è stato racimolato un solo misero punticino. L’indegna prestazione di Empoli ha ufficialmente aperto la crisi tecnica che potrebbe toccare l’apice questa sera, dopo il triplice fischio finale della bestia nera Abisso. Nel giro di 48 ore è facile ipotizzare che possa essere cambiato poco nella compagine granata, ma nel calcio, si sa tutto è possibile, anche i miracoli. In questi due giorni di passione Sousa, assieme al ds De Sanctis, ha lavorato più sulla testa che sulle gambe dei propri calciatori, provando a scuoterli dal torpore in cui sono caduti da un mese a questa parte. Al Castellani si è toccato il fondo e quando ciò accade, se non è possibile risalire, il primo a pagare è l’allenatore. L’elemento più facile da colpire per dare la classica scossa e cambiare le cose, ma quasi sempre non l’unico colpevole di una situazione negativa, nata male e gestita peggio da tutti i protagonisti. Ora però non è (ancora) tempo di processi, c’è da cominciare a fare punti ed anche se l’Inter non è l’avversaria migliore per cominciare bisognerà provarci con tutte le forze a disposizione. Dal canto suo Paulo Sousa potrebbe modificare alcune delle sue certezze tattiche e tecniche per riuscire a dare la sterzata decisiva. Forze fresche ma anche qualche piccola variante tattica per cercare di rintuzzare l’enorme forza d’urto di una corazzata come l’Inter ferita dall’inatteso stop casalingo con il Sassuolo ma che ha dimostrato di essere vulnerabile. Proprio il pareggio, conquistato nella passata stagione grazie ad una prodezza fortuita del grande assente di stasera Candreva, cambiò il passo alla Salernitana che iniziò a macinare punti blindando così la salvezza. L’obiettivo, stasera, è proprio questo: umiltà, concentrazione, tenacia e quel pizzico di fortuna che all’epoca prese per mano i granata e che invece, in questo mese, è completamente sparita -vedi i quattro legni consecutivi di Cabral-. Proprio il capoverdiano, in coppia con un Boulaye Dia atteso da una prova degna delle sue capacità, avrà il compito di provare a scardinare il muro difensivo nerazzurro. Inoltre Paulo Sousa sembra orientato ad inserire un centrocampista in più per fornire ai difensori quel filtro che è totalmente mancato in questo traumatico avvio di stagione. Il resto lo faranno i trentamila dell’Arechi che cercheranno di defibrillare il cuore di Ochoa e compagni con una spettacolare coreografia e con il solito, immancabile, sostegno. La mission, per la Salernitana, sulla carta è impossible, ma vale la pena provarci. D’altra parte nessuno, nel calcio, parte già sconfitto.