Salernitana, Le mille facce blu della “Signora Enigma” - Le Cronache
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Salernitana, Le mille facce blu della “Signora Enigma”

Salernitana, Le mille facce blu della “Signora Enigma”

di Nino Petrone
Fu battezzata “Enigma la” macchina tedesca che intercettava i messaggi dei nemici Alleati, infierendogli frequenti e gravissime perdite su tutti i fronti. Ad un certo punto si pensò che davvero quella diabolica invenzione dovesse indirizzare il conflitto verso un trionfo delle Armate hitleriane. Ma fortunatamente non accadde. Non accadde perché un matematico inglese, Alan Turing, un po’ per caso e molto per intuito, fu folgorato dalla geniale idea di costruire una “contro macchina” detta “bombe machine”, rumorosa ed enorme, in grado di leggere e ingannare “Enigma” con notizie talvolta vere e spesso false. La costruzione costò molto tempo, tanti soldi, una segretezza assoluta e anche tante vittime. Si doveva infatti stare molto attenti a non farsi scoprire, quindi talvolta si decideva di far sopprimere una propria nave calcolando con estrema esattezza luogo, giorno e orario. Una sera a bordo c’era anche il fratello di uno scienziato inglese coautore della costruzione ma le sue implorazioni furono vane, Alan Turing fu irremovibile. “Mi spiace per lei ma se si vuole e si deve vincere una guerra non c’è sacrificio che tenga”. Alla fine l’impresa riuscì, grazie anche al particolare contributo di un matematico americano, il Generale Gordon Welchman, già allievo di Einstein. Ed eccoci a noi, all’Enigma Salernitana, che diffonde tutto e il contrario di tutto nonostante i 26 milioni sborsati per la campagna acquisti da Iervolino e per questo al presidente è dovuto un infinito “grazie”. Ma purtroppo proprio da lui e dai suoi più stretti collaboratori, avvocati compresi, partono i tanti rebus che affliggono società, squadra, tecnici, giocatori e noi tifosi, sicuri in estate che avremmo disputato un campionato molto più tranquillo. E invece, ecco il pareggio regalato nel finale alla Roma, il pareggio casalingo con l’Udinese, la sconfitta di Lecce e il sedicesimo posto, in piena zona retrocessione, a soli due punti dalla terzultima, nonostante alcuni efficaci interventi del claunesco Ochoa e le sapienti capacità tecnico-tattiche di Candreva. È pur vero che un po’ ci ha graffiato anche la sfortuna, ma il groviglio dei misteri é enorme e non si sbroglia. In primis, il dissidio De Santis-Sousa che più o meno segretamente disturba soprattutto il presidente.
Il ds compra i calciatori che vuole, come sostiene il mister limitandosi a decidere formazione e tattica col materiale disponibile? Oppure l’allenatore si auto ridimensiona, come non dovrebbe, evitando di partecipare attivamente senza alle operazioni acquisti e cessioni?…
E qui spicca anche un problema di comunicazione.
Si dice e non si dice, si tesse un groviglio di parole e numeri tipico del linguaggio dei politici. Ma lo sport é ben altra cosa.
E la confusione sale alle stelle, al punto da far sostenere a molti che era più forte la squadra dell’anno scorso. Ed ancora: i rinforzi sono proprio quelli giusti per una salvezza senza barricuore? Certe cessioni erano proprio necessarie? Sousa è forse prigioniero di se stesso nello sbagliare alquanto spesso le sostituzioni, almeno nei tempi? Ed é un caso oppure no che con lui la Salernitana non ha mai vinto in trasferta e che nella scorsa stagione collezionò soltanto due vittorie e ben setta pareggi, quasi tutti subiti mentre era in vantaggio? Ed è forse sufficiente il curriculum italiano del portoghese (licenziato dalla Fiorentina) per avere piena fiducia in lui? E via così…Con i casi Mazzocchi e Dia in primo piano. Era forse meglio vendere lo spento nazionale e tenersi Piontek? E come si é gestito e si sta gestendo il rebus Dia , evidentemente cupo e bizzoso perché voleva essere ceduto? E a gennaio saranno ancora qui o magari partiranno entrambi? In tal caso,come e dove si pescheranno due più affidabili sostituti, possibilmente con la benedizione ufficiale di Sousa? Benedetta sia la sosta, forse dopo, e sottolineo forse, ne capiremo tutti molto di più. L’augurio è d’obbligo. . Ma intanto, Dio che mal di testa!