Salernitana. La parola al saggio Menichini - Le Cronache Salernitana
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Salernitana. La parola al saggio Menichini

Salernitana. La parola al saggio Menichini

di Enzo Sica

SALERNO – «Io sono ancora qua…» il refrain della famosa canzone di Vasco Rossi va benissimo, anzi calza a pennello per un allenatore che ha vinto un campionato di serie C con la Salernitana ed ha ottenuto due salvezze in serie B anche se ai play out contro Lanciano e Venezia. Il curriculum di Leonardo Menichini (nella foto di Guglielmo Gambardella) che dal 2014 al 2019, in tre fasi diverse della sua brillante attività di allenatore è stato sulla panchina della squadra granata, è di quelli importanti. E il refrain di quel motivo famoso di Vasco è giustificato anche e soprattutto dal fatto che il prossimo 11 dicembre taglierà il traguardo dei 71 anni. Ed allena ancora questo toscanaccio simpatico dalle parti di casa sua visto che è nato a Ponsacco ed ha accettato la panchina del Pontedera (serie C girone B) qualche mese fa nella speranza di portare in salvo (e ci sta riuscendo con buoni risultati finora raggiunti) questa sua nuova squadra. Con lui, che abbiamo raggiunto dopo l’ultimo allenamento con il Pontedera, abbiamo affrontato il problema della Salernitana attuale, visto che questa squadra, questa città sono sempre nel suo cuore e la segue sempre con tanto affetto.
Ecco, una prima domanda a bruciapelo, Leo. Come ti spieghi, questo difficile momento che sta vivendo la squadra granata?
«Non mi aspettavo che dopo 13 giornate di campionato fosse in questa posizione di classifica. Ero convinto, come lo sono anche ora, che la squadra potesse essere tra le protagoniste principali della stagione. Purtroppo i risultati fin qui raggiunti non sono stati quelli sperati inizialmente ed ecco spiegato il perchè ci si trova nei bassifondi della classifica»
Mister, ti aspettavi che la società potesse esonerare il tecnico Martusciello dopo l’ultima sconfitta interna contro il Bari?
«Noi allenatori siamo sempre vincolati ai risultati. Nel momento in cui non arrivano la società fa le sue valutazioni e poi cambia. Nel caso di Martusciello, devo essere sincero, non me lo aspettavo anche perchè lo ritengo un buon tecnico, che probabilmente avrebbe meritato ancora qualche altra chance. Purtroppo le società non aspettano più del dovuto ed ecco spiegato il cambio che c’è stato»
L’arrivo di Stefano Colantuono come lo giudichi?
«Direi bene visto che Stefano già era in società, anche se con un ruolo diverso, da alcuni anni. E’ capace, dovunque abbia allenato prima di venire a Salerno lo ha fatto bene, conosce bene l’ambiente, non gli manca certamente l’esperienza per cercare l’antidoto per far risalire in classifica questa Salernitana. E penso che nelle prossime gare dovrà per forza avvenire»
Ma secondo te Colantuono ha in questa rosa calciatori adatti per riuscire dove finora non c’era riuscito Martusciello?
«Non conosco bene tutta la rosa della Salernitana. Molti calciatori, comunque, sono di categoria ed in grado di riprendersi al più presto. Inoltre se ci saranno correzioni da fare in corsa nel mese di gennaio con il calcio mercato aperto senz’altro ci saranno. Inoltre voglio anche sottolineare come questa squadra abbia alle spalle un pubblico eccezionale ed i calciatori devono rendersi conto che indossano una maglia che pesa tanto sia quando giocano all’Arechi e anche quando vanno in trasferta. La piazza salernitana è esigente, è chiaro. Anche io quando allenavo li, in ogni partita, chiedevo ai ragazzi che avevo a disposizione di dare il massimo. Ho imparato ad amare questo pubblico, la curva sud ci spingeva tanto con il suo affetto e ci dava la forza di combattere e di vincere. Poi è chiaro che quando non si raggiungono i risultati sperati c’è la contestazione. Ma penso che ogni calciatore che giochi in una squadra di calcio, in questo caso nella Salernitana, voglia sempre raggiungere il massimo risultato e non finire nel mirino della critica e della contestazione»
Pensi che anche il modulo, cioè il 4-3-3 adottato da Martusciello possa aver influito su questo inizio difficile della Salernitana?
«Non ti so rispondere ma un allenatore porta avanti sempre le proprie idee, a prescindere dal modulo. Che poi quelle idee siano giuste o sbagliate lo dice sempre il terreno di gioco. Ma il collettivo, in questo caso i calciatori, remano tutti nella stessa direzione con i risultati che ti danno poi ragione. In questo caso i risultati non sono stati quelli sperati e Il modulo, penso, c’entri davvero poco»
Quanto ha pesato, secondo te, sull’andamento di questa prima parte del campionato e sui calciatori in particolare anche il passo indietro fatto dall’ormai ex presidente Iervolino, rimasto solo proprietario che ha nominato un nuovo presidente?
«Penso che abbia influito poco. Quando si va in campo si vuole solo vincere e non si pensa certo alle vicende societarie. Se Iervolino ha ritenuto opportuno fare un passo indietro avrà avuto i suoi buoni motivi. I calciatori non pensano certamente a queste cose della società quando scendono in campo. Vogliono vincere e basta»
Cosa vuol dire, invece, Leonardo Menichini ai tifosi della Salernitana, abbastanza delusi per questa partenza della squadra granata in serie B?
«Dico che tutti devono fare quadrato nei momenti anche difficili. Bisogna stare vicino alla squadra. Il popolo dell’Arechi è stato sempre importante per dare la spinta necessaria nei momenti difficili della stagione. L’ho constatato anche io quando allenavo la Salernitana. I tifosi devono avere solo pazienza. La squadra si riprenderà anche perchè in serie B basta fare due, tre risultati positivi per ritrovarti nelle zone alte della classifica. Dunque tranquillità estrema e vedrete che quando riprenderà il campionato la prossima settimana, anche se si giocherà su un campo difficile come quello del Sassuolo, la squadra granata con il nuovo tecnico in panchina si riprenderà. Lo spero tanto. Ho ancora amici a Salerno e questa vostra piazza passionale mi è rimasta e mi rimarrà sempre nel cuore».

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