Salernitana, dento o fuori - Le Cronache Salernitana
Salernitana

Salernitana, dento o fuori

Salernitana, dento o fuori

di Marco De Martino

SALERNO – Non è ancora il momento di varcare la soglia delle porte dell’inferno. Almeno per altri 90’. Il destino della Salernitana è appeso ad un filo, così come quello del Cittadella. E questa sera, al Tombolato, le due squadre granata si sfideranno in uno spareggio ad eliminazione diretta: chi lo vincerà potrà sperare almeno di prolungare la propria battaglia per salvare la categoria per altri 180’, chi lo perderà tornerà mestamente in terza serie. Un dramma sportivo che la Salernitana dovrà evitare ad ogni costo. Innanzitutto per una tifoseria sprecata anche in serie B e che potrebbe invece essere ridimensionata dalla sciatteria di una società che continua a sottovalutare il mondo del calcio, sopravvalutando al tempo stesso le proprie capacità, e dalla mancanza di rispetto delle decine di personaggi, tra allenatori, direttori sportivi e soprattutto calciatori, avvicenditisi in questi due anni disgraziati all’ombra dell’Arechi. Un gruppo che avrà l’opportunità, prima di salutare per sempre Salerno, di riscattare almeno in parte lo scempio a cui stiamo assistendo da mesi e che è culminato nella vergognosa prestazione di Marassi. La prova d’appello, questi calciatori, ce l’avranno stasera e non dovranno fallirla. Serviranno novanta e più minuti da veri uomini per strappare dall’ultima trasferta tre punti dopo un campionato passato a villeggiare negli stadi di tutta Italia. Otto punti ed otto gol fatti finora fuori casa sono numeri che, alla vigilia di questo scontro diretto con il Cittadella, non depongono a favore della Salernitana. I veneti, dal canto loro, hanno il peggior rendimento interno della B con soli 15 punti collezionati, inclusi i 3 strappati venerdì ad un Bari in caduta libera. E guai a preoccuparsi dei biscotti confezionabili sugli altri campi: visti i precedenti, il risultato meno scontato è proprio quello della vittoria della Salernitana. Mister Marino, dal canto suo, è chiamato all’ultimo tentativo per salvare dal naufragio una barca ereditata già mentre stava imbarcando acqua da tutte le parti. Per farlo proverà a cambiare qualcosa in un reparto offensivo non pervenuto, e non solo a Genova, probabilmente affidandosi agli unici due attaccanti che è riuscito a sbloccare, ovvero Tongya e Simy. Cambierà anche la regia con il rispolverato Hrustic accanto ad uno stoico Amatucci che stringerà i denti e sarà della partita. Siamo alla resa dei conti. Sembra tutto finito, ma non lo è. Mancano gli ultimi (?) 90’ e sapremo. Dopo anni in cui si è misurata con il grande calcio, la Salernitana sembra essere giunta al capolinea. Ma la felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi… se solo uno si ricorda di accendere la luce.