L’assemblea dei soci della U.S. Salernitana 1919 ha approvato il bilancio al 30 giugno 2025, certificando l’impatto economico della “amara” retrocessione in Serie C. L’esercizio si è chiuso con una perdita netta di 31,1 milioni di euro, dato in lieve miglioramento rispetto al rosso di 41,4 milioni dell’anno precedente, ma che evidenzia la profonda crisi finanziaria legata al declassamento sportivo.
Il crollo dei ricavi è drastico: il valore della produzione scende a 39,8 milioni (erano 52,8 nel 2024), affossato dal tracollo dei diritti televisivi, passati da 32 milioni a soli 1,4 milioni di euro. A tenere a galla i conti è stato il “paracadute” per la retrocessione, con contributi in conto esercizio per 28,6 milioni, a fronte di costi operativi che restano però altissimi, superando i 70 milioni di euro. Il solo costo del personale incide per 32,5 milioni.
Dallo stato patrimoniale emerge un ridimensionamento tecnico netto: il valore dei diritti alle prestazioni dei calciatori è scivolato da 36,6 a 12,1 milioni. Pesano le svalutazioni di elementi come Daniliuc, Maggiore e Bradaric, ceduti a cifre inferiori al valore di carico. La continuità aziendale è garantita esclusivamente dall’intervento del socio unico I.D.I. S.r.l., che ha immesso 31 milioni nell’ultimo esercizio, portando il sostegno complessivo della proprietà a oltre 87 milioni di euro.
Nonostante il patrimonio netto resti positivo per 2 milioni, la posizione finanziaria netta segna un -31,8 milioni. Il club ha avviato un piano di spending review basato sul taglio degli ingaggi e sulla sostenibilità, ma il documento avverte: il futuro resta legato ai risultati sul campo e alle incertezze di una permanenza prolungata in Serie C.





