“Ancora una “storia” di violazioni dei diritti dei Consiglieri Comunali da parte di una Dis-amministrazione sempre più incapace, arrogante e inadeguata: si tratta dei lavori di restauro del Convento di S. Antonio”. Il consigliere comunale di opposizione del Movimento Civico Sanseverinese, Giovanni Romano, di nuovo all’ attacco dell’amministrazione guidata dal sindaco Antonio Somma. Questa volta su un argomento caro ai cittadini di Mercato San Severino, ma soprattutto alla storia di questa città: il Convento di S. Antonio, i cui lavori sono stati finanziati dalla Regione Campania nell’ambito della riqualificazione del Castello Medievale dei Sanseverino e dell’area archeologica di S. Marco a Rota. Trattandosi di un bene non di proprietà pubblica, il restauro fu finanziato a condizione di realizzare, all’interno del Convento, laboratori e spazi museali per attività culturali del Comune. Ma per Romano “niente di tutto ciò è stato fatto e già questo è molto grave. Ma c’è di peggio. Per contratto, i lavori dovevano essere ultimati entro dicembre 2020. In realtà, sono terminati con due anni di ritardo, senza alcuna contestazione e alcun addebito a carico dell’impresa appaltatrice. Il “restauro”, costato circa 1.300.000 euro, prevedeva anche il rifacimento dell’intonaco esterno”. Continuando nel suo racconto, Romano ha poi rivelato che a “gennaio di quest’anno, dopo due anni dall’ultimazione dei lavori, all’improvviso la dis-amministrazione ha affidato ad una impresa l’esecuzione di indagini con prelievo di campioni finalizzato alla verifica delle caratteristiche chimiche e fisiche dell’intonaco utilizzato. La richiesta di effettuare queste analisi è stata avanzata dallo stesso direttore dei lavori. A marzo abbiamo chiesto di avere copia di questa richiesta e di avere accesso ai risultati delle analisi.Come sempre, nessuna risposta”. E ancora: “Pochi giorni fa, sempre all’improvviso, all’Albo Pretorio del Comune è stata pubblicata una determina del responsabile dell’Area Tecnica con la quale lo stesso si è autonominato direttore di non meglio specificati “lavori di ripristino” al Convento di S. Antonio. L’autonomina avviene nonostante sia ancora in carica il vecchio direttore dei Lavori. Nella Determina leggiamo che il 21 dicembre dello scorso anno la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Salerno e Avellino ha inviato al Comune la nota prot. 31379, con la quale “disponeva la messa in pristino delle opere realizzate con materiale diverso da quello originario, riservandosi di effettuare le proprie valutazioni a seguito della presentazione del progetto di ripristino”. Però il racconto del consigliere Romano non finisce qui: “A seguito di questa nota, la dis-amministrazione Comunale ha fatto predisporre dall’Ufficio Tecnico un progetto per i “ripristini” che è stato autorizzato dalla Soprintendenza il 24.07.2024. Per eseguire questi “ripristini”, la dis-amministrazione ha trovato un accordo con l’impresa appaltatrice dei lavori originari che, “generosamente”, li effettuerebbe gratuitamente”. A questo punto sono sorti alcuni quesiti; “Come è possibile che solo ora, dopo quattro dal termine contrattuale di ultimazione dei lavori, emergono problemi così gravi nella loro esecuzione da spingere la Soprintendenza ad ordinare i “ripristini”? In cosa consistono questi “ripristini” e perché non vengono descritti in nessun documento? Cosa si cerca di nascondere e cosa occorre “ripristinare”? Come è possibile che all’appaltatore non è mai stata addebitata alcuna penale per il ritardo contrattuale e, come adesso “scopriamo”, per averli fatti male? Perché il Responsabile dell’Area Tecnica quando, a gennaio di quest’anno, ha incaricato l’impresa per le analisi non ha fatto menzione della nota della Soprintendenza del mese prima? Sulla base di quale norma del Codice degli Appalti ci si “accorda” con l’impresa che, “generosamente”, si offre di realizzare i “ripristini” gratuitamente”? “Abbiamo il diritto di avere le risposte – dichiara Romano – e le chiederemo alle competenti Autorità visto che stiamo parlando di un ulteriore sperpero di soldi pubblici e di ulteriori danni per il Comune! L’incapacità della Dis-amministrazione e l’arrogante violazione della trasparenza e della legalità non possono più essere tollerate”. Una questione, dunque, che per Romano bisogna chiarire in tempi celeri.
Mario Rinaldi