Pina Ferro
Sono chiamati a difendersi dalle accuse di truffa ai danni dello Stato e di violazione della Legge Brunetta. E’ stata notificata a 68 dipendenti del’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona la richiesta di rinvio a giudizio in quanto coinvolti nell’inchiesta dei furbetti del cartellino.
Tra i destinatari dell’avviso anche alcuni medici oltre ad un nutrito gruppo di infermieri e altro personale. A molti è contestato l’aver timbrato il badge a colleghi non presenti al momento della strisciata. Il prossimo 22 febbraio dinanzi al Gup Pietro Indinnimeo compariranno: Antonietta Graziano, Salvatore Della Femmina, Anna Stile, Luigi Gatti, Rossana Petrosino, Teresa Masullo, Luigi D’Alesio, Umberto Ferrentino, Gaetano Ardimento, Vincenzo Andolfi, Amedeo SCorzelli, Loredana Landi, Giuseppe Califano, Pompeo Giordano, Francesco Coppola, Pietro Maisto, Rosina Petraglia, Antonio Aliberti, Carmine Di Capua, Raffaella Scafa, Giuseppe Esposito, Filomena Cavallaro, Francesco Camicia, Maria Elena Di Palma, Alfonso Sabatino, Marcello Campidoglio, Nunzia Scarpato, Luigina Balzano, Guido D’Elia, Carla Puglia, Isabella Scaramella, Candida Infante, Tiziana Trimarco, Elisabetta Angrisani, Nicola Padovano, Raffaele Borrelli, Michele De Rosa, Giovanna Di Donato, Carmela Ferrigno, Rosa Belgarbo, Salvatore Campanile, Giovanni De Caro, Carmela Latorrata, Rosa Manzo, Cinzia Santese, Anna Capaldo, Antonio Calvello, Aurelio Castaldo, Sergio Del Giusto, Guglielmo Crucito, Vincenzo Pagano, Carmelina Nicodemo, Anna Maria Naddeo, Antonio Conte Alfano, Rosa Marino, Margherita Oliva, Anna Farina, Antonella Genettasio, Damiano Pisaturo, Giovanni De Chiara, Michelangelo Nese, Roberto Virtuoso, Maria Ripoli, Luigi Giorgio, Clotilde Bernardo, Onofrio Musone, Lucia Rallo, Vincenzo Siniscalco.
A firmare la richiesta di rinvio a giudizio è stato il pubblico ministero Francesco Rotondo titolare dell’inchiesta sui furbetti del cartellino nell’ospedale di via San Leonardo.
Per tutti e 68, così come per i 49 che compariranno dinanzi al Gip Indinnimeo il 27 gennaio prossimo, le accuse vanno dalla truffa allo Stato (per avere incassato quote di stipendio per ore in realtà non lavorate) alla violazione della legge Brunetta sul pubblico impiego, per avere aggirato le regole della timbratura marcatempo.
Secondo gli inquirenti esisteva un sistema collaudato per il quale una parte del personale si scambiava il badge, con il risultato che alcuni timbravano per altri, i quali risultavano presenti anche quando non erano ancora entrati in ospedale oppure ne erano usciti in anticipo sull’orario di lavoro. Il numero degli episodi, e il lasso di tempo dell’assenza ingiustificata, ha determinato la gradazione di gravità delle condotte contestate dalla Procura..
L’indagine su assenteisti e furbetti del cartellino, portata avanti dagli uomini della Guardia di Finanza, è partita poco più di un anno ed ha visto ben 800 dipendenti dell’azienda universitaria coinvolti. Per 215 è stata già disposta l’archiviazione del procedimento e le carte sono state inviate all’azienda ospedaliera. Molti hanno già tentato di spiegare che in realtà erano in servizio ma che avevano consegnato il cartellino ai colleghi solo per arrivare prima in reparto e pare che tale prassi fosse alquanto consolidata all’interno della struttura sanitaria di via San Leonardo.