Ruggi, come anticipato Annarumma è primario - Le Cronache Ultimora
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Ruggi, come anticipato Annarumma è primario

Ruggi, come anticipato Annarumma è primario

di Erika Noschese

Proprio come anticipato attraverso queste colonne, Ferdinando Annarumma, fino a ieri facente funzioni, è il nuovo direttore dell’Uoc di Medicina Trasfusionale del presidio ospedaliero Ruggi d’Aragona. Il provvedimento, verosimilmente uno degli ultimi, è stato firmato dal direttore generale Vincenzo D’Amato che, come già detto, si è dovuto piegare alla volontà del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. L’avviso di selezione pubblica è stato bandito a settembre 2019 vinto poi fallo stesso Annarumma. Dalla delibera emerge, nero su bianco, che «ricorrono gli estremi di urgenza stante la necessità di concludere la procedura in tempi stretti e perfezionare quanto prima la stessa», chiarendo anche che «non sussistono motivi ostativi a procedere…», dimenticando forse che oggi il dottor Annarumma è al centro di un’inchiesta della Procura di Salerno per la sparizione di 40 sacche di sangue dal reparto di ematologia del Ruggi. Ciò che lascia perplessi è l’urgenza del provvedimento: dal 2019 solo oggi ci si ricorda di voler intervenire in tempi rapidi, senza attendere l’esito dell’inchiesta che potrebbe concludersi con un nulla di fatto o, invece, potrebbe portare a delle responsabilità ben precise. Di certo vi è che D’Amato, inizialmente, non era d’accordo con la nomina di Annarumma e in un secondo momento ha tentato di temporeggiare proprio utilizzando l’inchiesta ma il sistema della politica regionale ancora oggi incide, e non poco, sulle scelte del Ruggi e dello stesso direttore generale. Una nomina fortunata per il neo primario di medicina trasfusionale, anche in termini economici, portando a casa, per un importo complessivo, ben 17.469 euro. Come già detto, quello di Annarumma potrebbe essere l’ultimo atto a firma di D’Amato che preme per lasciare l’azienda ospedaliera dopo gli scandali che l’hanno travolta in questi mesi e l’impossibilità del dg di far fronte, scegliendo la via del silenzio nonostante le tante preoccupazioni degli utenti che oggi non si sentono al sicuro in quell’ospedale.