«Avrei lasciato Salerno solo in presenza di un incarico prestigioso». Franco Roberti è il nuovo procuratore nazionale antimafia. Tocca al capo della Procura di Salerno raccogliere l’eredità di Piero Grasso, ora presidente del Senato della Repubblica. Ha scalato l’ultima asperità ed ha raggiunto la vetta più ambita per chi ha speso una vita per la lotta alla criminalità organizzata. Ha superato all’ultima curva – il ballottaggio- il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso. Venti voti a favore per Roberti contro i i sei dell’avversario. Al fianco di Roberti si era schierato fin da subito il vice presidente Michele Vietti. Il nuovo procuratore capo dell’antimafia era in carica a Salerno dal 16 aprile del 2009. «Un’esperienza proficua che mi dispiace lasciare – spiega Roberti, 65 anni ed ex procuratore aggiunto della Procura di Napoli. Penso di aver contribuito a rilanciare la Procura di Salerno con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti». Clan sgominati, lotta allo sperpero del danaro pubblico e alla corruzione. «Non c’è un’inchiesta in particolare che voglio segnalare. Ritengo che abbiamo fatto il possibile per i mezzi che avevamo a disposizione. L’impegno è stato massimale, ho la coscienza a posto». Nei quattro anni di guida targati Roberti, la Procura ha aperto altre due indagini sul sindaco, relative al commissariato per il termovalorizzatore e al Crescent e si è occupata dell’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo. «Non perderò mai la speranza di scoprire chi ha ucciso Vassallo – chiosa Roberti – e lo farò anche come procuratore nazionale antimafia». Un’inchiesta che Roberti non ha nessuna intenzione di tralasciare ed, anzi, sembra pronto a raddoppiare le forze da procuratore capo dell’antimafia. Roberti si tuffa nel nuovo incarico. «L’obiettivo è rilanciare l’azione importante della Procura nazionale nel solco già tracciato dai miei predecessori. Confrontandomi poi con le nuove sfide della criminalità organizzata transnazionale, dei mercati globalizzati, dei mercati finanziari offshore e dei traffici di droga, rifiuti e purtroppo essere umani con l’unica arma della legge e della organizzazione. Essere il successore di Piero Grasso – conclude – «è una grande responsabilità». E dulcis in fundo… «è una vittoria di squadra più che un successo personale». In attesa dell’investitura ufficiale, che avverrà al termine del previsto iter burocratico, Roberti si occuperà delle ultime “pratiche” salernitane in vista del passaggio di consegne. In quest’ultima fase dell’esperienza nel capoluogo di provincia campano sarà affiancato dal vice procuratore Zampoli, poi il Csm provvederà ad indire il concorso. «Sono sicuro che subentrerà al mio posto farà anche meglio del sottoscritto» – conclude Roberti, che la settimana prossima accompagnerà il Pm Elena Guarino per l’interrogatorio di Monsignor Scarano.
Giuseppe D’Alto