di Erika Noschese
Ritorna, quest’anno, la tradizionale raccolta della Manna, il liquido conservato sotto l’altare dedicato al Santo nella Cripta della Cattedrale di Salerno, anticamente raccolto il 6 maggio – giorno della traslazione delle Reliquie di San Matteo – e il 21 settembre- giorno dedicato a San Matteo Apostolo. A raccontarlo il nuovo parroco, don Felice Moliterno anticipando che quest’anno verrà ripresa. «È una tradizione molto antica che ancora si vive in città come Amalfi e Bari. Sotto la tomba dell’Apostolo c’è un tubo che partendo dall’ambiente immediatamente sotto la statua di San Matteo scende per tre metri fino al sepolcro del santo – ha raccontato don Felice – In questo tubo viene calata una catena di tre metri alla cui estremità ci sono due secchi in argento attraverso i quali due volte l’anno la chiesa salernitana raccoglieva la manna che ricorda l’esperienza del popolo di Israele che viene nutrito da Dio». La chiesa salernitana vede in questo liquido raccolto un bene di Dio, una benedizione ma si tratta di acqua di condensa che si viene a formare all’interno del Sepolcro. «Un fenomeno naturale che ha un senso perché si forma in prossimità delle Reliquie del santo, un segno che la chiesa è benedetta da Dio perché custodisce le spoglie di un grande Apostolo», ha detto ancora don Moliterno ricordando che dalla fine del 1.800 non era più possibile raccogliere la Manna perchè sembra che lavori fatti all’altare abbiano compromesso la raccolta. «Abbiamo fatto alcune verifiche, abbiamo scoperto che il fenomeno ancora si manifesta e abbiamo introdotto di nuovo questo rito – ha aggiunto il sacerdote – È un evento pubblico che viene fatto a conclusione dei primi Vespri di San Matteo. È un richiamo alla Manna dal Cielo, un’esperienza che viene raccontata nella scrittura da parte del popolo di Israele. Salerno a differenza di Amalfi ha interrotto questa tradizione ma San Matteo ci offre ancora questo segno, un fenomeno naturale ma chi ha fede riesce a leggere e interpretare come un segno di benedizione dall’alto». Una tradizione che ritorna grazie a dei lavori effettuati da don Felice all’altare, ripulendo il piano per recuperare il reliquiario e riportando in alto la catena è emersa l’acqua. «Ho parlato con l’arcivescovo e abbiamo ritenuto opportuno renderlo pubblico, vivere questo rito che si potrà fare due volte l’anno: il giorno di San Matteo o la vigilia e il 6 maggio, giorno della transazione delle Reliquie.