“Sviluppare nei confronti del Governo e della Regione Campania un’azione tesa a riformare il sistema di gestione del servizio idrico, superando il modello attuale che prevede l’affidamento a soggetto giuridico privato -ad attivarsi presso la Gori Spa per fare in modo che i costi attuali dell’acqua tengano conto del criterio di accessibilità per tutti”. E’ quanto chiedono i consiglieri comunli di Pagani, Anna Rosa Sessa e Vincenzo Calce attraverso una mozione sulla ripubblicizzazione dell’acqua indirizzata al presidente del Consiglio Comunale, Gerardo Palladino ed al sindaco Raffaele Maria De Prisco. “Premesso- si legge nella mozione – che l’acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e, pertanto, la disponibilità e l’accesso all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale, indivisibile, che si può annoverare fra quelli di cui all’articolo 2 della Costituzione; con la promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si è progressivamente affermata a livello mondiale; è responsabilità individuale e collettiva prendersi cura del bene “acqua”, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinché sia accessibile a tutti e disponibile per le future generazioni; il principio dell’accesso all’acqua come diritto fondamentale di ogni persona, secondo criteri di parità sociale e di solidarietà, è stato, altresì, recentemente ribadito dall’assemblea generale delle Nazioni Unite (Risoluzione Onu del 29 luglio 2010). Considerato che l’esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno 2011 ha determinato l’abrogazione sia dell’articolo 23bis del decreto legge 25 giugno 2008, numero ll2, convertito con la legge 6 agosto 2008, numero 133 e successive modificazioni e integrazioni, sia del comma l dell’articolo 154 del decreto legislativo 3 aprile 2006, numero152; pur non avendo mai dato seguito a tale referendum, con esso si è avviato un percorso per stabilire le condizioni normative per promuovere la ripublicizzazione dei servizi idrici. Il consiglio comunale ritenuto che l’acqua sia un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato e, di conseguenza, la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà e rispetto degli equilibri ecologici; sia opportuno introdurre nell’ordinamento comunale la definizione di servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generale al fine di garantire l’accesso all’acqua per tutti”.
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