di Matteo Maiorano
«Confrontarsi e vedersi per capire le necessità comuni, andare in una direzione che sia comune». La movida salernitana tra locali e regole dal punto di vista di Marco Montefusco. Il disc jockey salernitano, attivo nel settore da più di 25 anni, vanta partecipazioni in alcune delle maggiori discoteche europee (Berlino, Londra). «La movida della nostra città non è morta ma gran parte dei giovani salernitani sta preferendo passare il fine settimana nella vicina Cava per diversi motivi». Diversi sono le motivazioni che hanno spinto i ragazzi a trascorrere i propri week end lontano dalla città. Per Montefusco però questo è frutto di una fase ciclica: «Sembra che oggi non sia questa una priorità per quello che riguarda la politica commerciale di Salerno. Sono sicuro che Dario Loffredo si farà carico di chiamare a colloquio un po’ tutti gli addetti ai lavori dei locali per ridare uno slancio alla movida nel rispetto delle regole, che è la cosa fondamentale. Dagli incontri con le istituzioni nasce sempre la voglia di darsi una mano a vicenda, lavorare per un obiettivo comune. La politica deve metterci in condizione di lavorare – sottolinea Montefusco – mentre noi dobbiamo farlo seguendo determinate norme. Confrontarsi e vedersi per capire le necessità comuni, andare in una direzione che sia comune. La paura è quella di scontrarsi, si crea paura dell’altro». Il disc jockey avanza la propria disponibilità a fare da mediatore: «Lo stato dev’essere al fianco del cittadino e quest’ultimo deve confrontarsi con la politica. Sono convinto che il nostro assessore al commercio sia la persona adatta affinché si crei questo presupposto. Do la mia assoluta disponibilità anche se questo discorso andrebbe ristretto agli imprenditori, a coloro che gestiscono i locali. Sono loro a dover capire come muoversi in questo momento». Non si parli però di compromesso: «C’è bisogno di remare verso la stessa direzione, se si vuole raggiungere un determinato obiettivo. Penso non si debba fare solo un discorso limitato alle discoteche perché riguarda anche altre attività. Dal mio punto di vista il fatto che una parte dei salernitani preferisca frequentare il centro metelliano è dato, in parte dal problema parcheggi. I posti auto non sono tanti, mentre a Cava costa di meno e, una volta parcheggiato al Trincerone, sei già al centro città. Sono però sicuro che sia un qualcosa di ciclico: ricordo che la piccola Svizzera già negli anni ’90 era una meta ambita, poi Salerno è ritornata al centro delle attenzioni dei comuni vicini».