Di Paola Primicerio
Il regista Riccardo Canessa, un habitué del teatro Verdi di Salerno, dove ha appena licenziato una “Die Lustige witwe” si confronterà in questo week-end, dall’8 al 10 dicembre, con un dittico poco convenzionale, “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni e “Suor Angelica” di Giacomo Puccini. Abbiamo chiesto al regista cosa lo affascina maggiormente di queste due opere definite veriste. “Sono due opere molto affascinanti, le amo molto e le ho messe in scena in tempi e teatri diversi. A partire da Cavalleria Rusticana di cui sono stato regista a Salerno due volte al Verdi ed una al Ghirelli, mentre Suor Angelica è solo la seconda volta che la rappresento, di cui la prima durante la pandemia, quindi senza pubblico in teatro”. Sono due opere che amo molto, sono due racconti struggenti, spaccati di vita molto forti, potentissimi. Mentre in Cavalleria Rusticana si trova l ‘espressività portata all’eccesso, basata su sentimenti molto popolari, elementari e violenti, in Suor Angelica si tratta di una operazione molto spirituale, una dolorosa storia di fede costretta. Dal punto di vista musicale assistiamo all’esasperazione del romanticismo che in ambito drammaturgico deve prevedere tinte molto fosche”.
Cosa deve aspettarsi il pubblico come ambientazione?
“E’ una visione classica, come è mio solito fare, con qualche innovazione. Il pubblico vedrà sul proscenio un grande Cristo a dominare la scena, è un’ idea molto nuova che insieme allo scenografo Alfredo Troisi abbiamo pensato. Cavalleria Rusticana è un ritratto nitido di un’ epoca, un affresco di una Sicilia quasi cinematografica che la partitura evoca in ogni momento della scena. E’ una storia il cui unico scenario non può essere che la Sicilia. Suor Angelica è un’ opera tutta al femminile, è una storia di donne fra donne, un atto unico in cui vedo una somiglianza con il Mese Mariano di Giordano del 1910. Le due opere condividono una ambientazione religiosa ma, in Suor Angelica non si esce mai dal convento, in cui Puccini riesce a portare tutti i personaggi nel suo caleidoscopio psicologico, che si inserisce nella trama delle vite delle suore in un equilibrio drammaturgico perfetto”.
Qual è il suo rapporto con il Conservatorio Martucci?
“Questo anno sono ritornato al Martucci per insegnare Teoria e tecnica dell’ interpretazione scenica ed ho degli ottimi allievi, molto motivati nello studio, quindi gioco in doppio ruolo”
Come è stato per lei lavorare con le ragazze del Conservatorio Martucci per quest’ opera?
“In Suor Angelica le ragazze si sono impegnate moltissimo, hanno sorpreso tutti noi con la loro passione e la loro bravura. E’una splendida occasione che il Teatro Verdi ha voluto dar loro di esibirsi su di un prestigioso palcoscenico e con un pubblico esigente quale è quello di Salerno.