"Riaccendete la Croce di San Liberatore": l'appello di Adinolfi - Le Cronache
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“Riaccendete la Croce di San Liberatore”: l’appello di Adinolfi

“Riaccendete la Croce di San Liberatore”: l’appello di Adinolfi

di Erika Noschese

Riaccendete la Croce di San Liberatore: è l’appello lanciato dal Vincenzo Adinolfi, nipote dell’omonimo imprenditore del cinema a Salerno, a nome e per conto di centinaia di persone che hanno costituito il comitato per la riaccensione della Croce di San Liberatore e accoglie l’appello di Salvatore Memoli lanciato su queste colonne nell’edizione di martedì. La Croce, infatti, è stata realizzata da Adinolfi negli anni ‘50; la famiglia – negli anni – l’ha tenuta accesa per molti anni, almeno fino a quando – alla morte del nonno – la luce fu spenta. C’è stato, negli anni, un primo intervento da parte del Comune di Salerno fino alla decisione definitiva di spegnere la Croce, collocato in cima all’omonimo monte tra Cava de’ Tirreni, Vietri sul Mare e Salerno. “Stiamo tentanto disperatamente di riaccenderlo ma non è semplice – ha spiegato l’ingegnere Adinolfi – Mio nonno non lo sapeva perché aveva ricevuto una donazione ma poi si è scoperto che il terreno su cui sorge la Croce è demanio ferroviario”. Dunque, ci sono problemi nel tenere accesa la Croce ma il comitato – in questi anni – non si è arreso, provando a mettere in piedi una collaborazione con gli enti tra territori confinanti ma, fino ad ora, ciò non è stato possibile. “Avevamo pensato di aiutare i comuni ad accendere la Croce e poi tenere in vita ma poi era stata data in comodato”, ha aggiunto l’ingegnere Adinolfi che, in questi anni, ha avuto diverse interlocuzioni con il Comune di Vietri sul Mare: le ferrovie, infatti, possono donare al Comune ma vorrebbero donare tutta la montagna e diventa complicato per l’amministrazione comunale. “Il problema è come arrivare a riaccendere la Croce e non tenerla poi definitivamente illuminata e sono tanti anni che impazziamo per questa soluzione a causa della palude burocratica, abbastanza importante – ha aggiunto il nipote dell’imprenditore – Noi non abbiamo alcun titolo se non il merito di averla costruita ma la proprietà è il Demanio. Bisogna trovare una soluzione che possa permettere ai Comuni di gestire l’installazione”. Adinolfi, negli anni, aveva anche ipotizzato un fondo per raccogliere donazioni così da dare una mano agli enti per la gestione. “Prima era sicuramente più semplice gestire anche grazie al lavoro e alle conoscenze di mio nonno e della nostra famiglia ma oggi non è così: gli enti avrebbero sicuramente molte più difficoltà, collegate alle spese per la gestione e la manutenzione, magari sfruttando l’aiuto di alcune associazioni così da rendere più sicura la Croce di San Liberatore perché da anni ci chiedono di riaccendere l’installazione”, ha detto ancora Vincenzo Adinolfi ricordando che il Comune di Salerno aveva messo in atto alcune iniziative per la manutenzione. Il Comune di Vietri sul Mare, ad oggi, risulta essere l’ente maggiormente interessato a gestire la Croce, sotto ogni punto di vista, tanto da aver più volte chiesto di avere la torre in comodato: “Solo così sarebbe davvero possibile avere la Croce e farla tornare agli antichi splendori, contando sul sostegno degli enti comuni”, ha detto infine l’ingegnere che porta avanti la sua battaglia da ormai otto anni, grazie al sostegno di tanti cittadini.