Ancora un giorno per sapere in via definitiva se almeno i crediti vantati dai centri di riabilitazione relativi al 2014 verranno sbloccati dall’azienda sanitaria locale di Salerno. Dopo l’ennesima protesta di ieri mattina davanti la sede dell’asl di via Nizza, organizzazioni sindacali, lavoratori e responsabili delle strutture di riabilitazione aspetteranno la giornata di oggi per sapere se, realmente, quanto detto al tavolo, ieri mattina, possa portare le buone notizie che tutti aspettano ormai da tempo. Una cosa è certa: i centri di riabilitazione sono al collasso e con essi lavoratori e le loro famiglie. Davanti la sede dell’azienda sanitaria locale di Salerno c’erano centinania di lavoratori di diverse strutture della provincia di Salerno: Nuova Elaion di Eboli – che ha ben 250 dipendenti – gruppo Silba di Roccapiemonte, Sirio di Siano, Villa Caruso di Roccapiemonte, Villa delle Rose di Cava de’ Tirreni, Fondazione Gambardella con le sue diverse sedi a Salerno, Nocera Inferiore e Maiori ed ancora il centro Don Gnocchi di Salerno. Tanti i lavoratori che prestano servizio ogni giorno in queste strutture e che da anni vivono una situazione di disagio per ritardi nei pagamenti. Ieri mattina dunque l’ennesima manifestazione di protesta con i lavoratori che nelle prime ore del giorno già presidiavano pacificamente l’Asl di Salerno in attesa poi dell’incontro che le organnizzazioni sindacali hanno avuto nella tarda mattinata con alcuni dirigenti dell’azienda sanitaria. Su ogni striscione che i lavoratori avevano portato con sè si avvertiva la loro rabbia. «Vantiamo dal 2011 ad oggi dall’Asl ben cinque milioni di euro» – racconta il presidente della Nuova Elaion di Eboli Cosimo De Vita. «Non possiamo più andare avanti in questo modo. Fino a questo momento siamo riusciti a pagare gli stipendi facendo delle anticipazioni di cassa ma già da questo mese non potremmo più farlo se l’Asl non ci corrisponderà almeno i mesi di aprile, maggio e giugno 2015. Rischiamo di diventare evasori fiscali – dice ancora Cosimo De Vita – perché non possiamo più pagare le tasse. Eppure, il lavoro è tanto: abbiamo 130 residenziali, effettuiamo 40 day hospital al giorno, 20 trattamenti ambulatoriali, 20 domiciliari». Puntuali come sempre i sindacati pronti a proclamare lo stato di agitazione se oggi non arriveranno risposte positive all’annosa vertenza. L’associazone Nuova Campania comprende un po’ tutte queste strutture di riabilitazione che, ha spiegato Antonio De Sio della Cisl, «vantano un credito di oltre 5 milioni di euro e non si riesce a capire come mai l’Asl non ha erogato questi soldi. Le strutture sono al collasso, dovremmo trovare il modo per cercare di portare nuove risorse a questi centri e per evitare che altre strutture facciano la stessa fine». «Le strutture sono in sofferenza, spiega Angelo di Giacomo della Cgil, i crediti sono enormi. Noi ci auguriamo anche che la nuova giunta regionale prenda in considerazione tutte le istanze e vengano pagati tutti gli arretrati. Siamo qui per difendere queste strutture e soprattutto i lavoratori che non ce la fanno più». «Io mi auguro, ha ribadito Antonio Malangone della Uil, che la nuova giunta regionale rettifichi o revochi i decreti fatti con la precedente giunta a partire dal decreto 6 e che prenda seriamente in considerazione la provincia di Salerno. Faccio un appello all’ex sindaco di Salerno, ora presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, perché lui conosce bene la situazione dei centri accreditati della provincia di Salerno. Abbiamo strutture private con cinque mensilità arretrate, contratti di solidarietà ed addirittura la messa in mobilità di dipendenti e qualche struttura sta per chiudere. Ci vuole una forza regionale che prenda in considerazione questa problematica e che faccia arrivare soldi anche a Salerno». Alessia Bielli
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