di Pina Ferro
Riabilitazione messa a rischio dallo sforamento dei tetti di spesa. L’azienda sanitaria locale prende tempo prima di rispondere alle richieste avanzate dai Centri. Qualche ora per pensare a come correre ai ripari e garantire la continuità del servizio essenziale per i portatori di handicap. é quanto hanno chiesto i vertici dell’Asl. L’“allarme riabilitazione”, scoppiato qualche tempo fa ha visto scendere in piazza decine di mamme di minori, anche gravissimi, ai quali sono state interrotte le cure di cui necessitano. Come è noto il motivo è dato dai “tetti di spesa”, ovvero dal superamento dei fondi disponibili. A proposito dei tetti di spesa va sottolineato che, e questo è il nodo della vicenda, l’ Asl di Salerno ha per la riabilitazione fondi inferiori di oltre 5 milioni rispetto alla media regionale. Per cui su trenta strutture che fanno riabilitazione, a cinque sono stati bloccati i rinnovi delle terapie a ottobre, per sei li bloccheranno a novembre, per le altre a dicembre tra la prima e la seconda decade e solo cinque arriveranno alla terza decade Da qui le richieste avanzate dai Centri ne corso della riunione tenuta ieri mattina presso la direzione della Azienda Sanitaria Locale Salerno. La prima richiesta, fondamentale, è che sia immediatamente sbloccato il fermo alle terapie e che non ci siano altri fermi. Ciò in quanto una cosa sono le questioni amministrative e un’altra il diritto alla cura, tanto più per minori per i quali bloccare le terapie significa metter in pericolo la loro salute. Un diritto alla cura che deve essere uguale per tutti. Ora non è così, per cui è stata posta come indispensabile la richiesta alla Regione che Salerno abbia i fondi che le spettano rispetto al reale fabbisogno provinciale, ovvero 5.094.050,85 di euro. Il criterio del fabbisogno provinciale, adottato per le terapie residenziali e semiresidenziali, deve quindi essere adottato anche per le terapie ambulatoriali e domiciliari. Le altre richieste riguardano: la garanzia che tutti i centri siano trattati allo stesso modo e che quindi non ci siano sperequazioni tra chi si vede il ciclo terapeutico bloccato e chi no; rendere pubblici e trasparenti, per Distretto e per singolo centro, i dati sia sulle liste di attesa sia sulle terapie bloccate. Dietro tutto questo c’è la protesta di decine di famiglie disperate e soprattutto la necessità per pazienti anche gravissimi di essere curati. Ora non lo sono perché a Salerno i fondi procapite per la riabilitazione non sono di 37,78 euro come nella media regionale, ma di soli 33,19 euro. Una differenza enorme. Per questo, come è stato detto anche nella protesta della piazza, “non chiediamo soldi ma giustizia, chiediamo di non essere figli di un Dio minore”. Sottolineano le famiglie che frequentano i centri. La parola ora passa alla Asl.