E’ finito l’incubo di Antonio Del Ninno, accusato di favoreggiamento per la rapina alla gioielleria Margherita di Pastena del 24 giugno 2014. L’uomo, in un primo momento, era stato accusato di concorso in rapina ed arrestato. Successivamente l’imprenditore salernitano, difeso dall’avvocato Antonio Cammarota, fu scarcerato ma per gli inquirenti sussisteva l’ipotesi del reato di favoreggiamento. Ieri il Gup del Tribunale di Salerno, Renata Sessa, ha scagionato del tutto il trentanovenne. Del Ninno aveva chiesto di essere giudicato con la formula del rito abbreviato. Al termine della discussione di ieri mattina il pm Cardea ha chiesto l’assoluzione. Tesi accolta dal Gup Renata Sessa che ha prosciolto l’indagato perché il fatto non sussiste.
Quella sera Del Ninno era appena rientrato da mare, come testimoniava anche la tenuta balneare, e si apprestava a rientrare a casa per seguire la partita della nazionale contro l’Uruguay. Secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe fatto da “palo”, attendendo il complice fuori dalla gioielleria per darsi alla fuga. Ipotesi accusatoria che non ha trovato rispondenza nel corso delle successive indagini e davanti al giudice del Tribunale di Salerno. Oltre a Del Ninno è stato giudicato per la tentata rapona alla gioielleria Margherita di Pastena il collaboratore di giustizia Dario Iannone, difeso dall’avvocato Danilo Laurino.
Per quest’ultimo il pm aveva avanzato una richiesta di condanna a due anni e otto mesi.
Il Gup del Tribunale di Salerno ha disposto la condanna ad otto mesi per il collaboratore di giustizia salernitano che ha reso rilevanti dichiarazioni nell’ambito del processo per l’omicidio di Donato Stellato. In precedenza era stato prosciolto da ogni accusa Luca Della Rocca, l’altro salernitano finito sotto inchiesta per il blitz all’attività commerciale di Pastena.