Andrea Pellegrino
In mezza giornata il Partito democratico ha perso due possibili alleati. Pisapia ed Alfano si ritirano. O meglio, l’ex sindaco di Milano ha sciolto il suo “Campo progressista” e quindi l’alleanza con il Pd mentre l’attuale ministro ha annunciato la sua volontà di non ricandidarsi, abbandonando anche la guida di Alternativa popolare. Sia il primo che il secondo avrebbero perso, nelle ultime settimane, pezzi per strada. Chi con Grasso (è il caso di Pisapia), chi con Berlusconi (è il caso di Alfano). E non è escluso ora che tutta Ap approdi alla corte del Cavaliere. «Noi lavoriamo per essere maggioranza nella direzione ma riteniamo che sia conclusa l’alleanza con il Pd e sappiamo di essere larga maggioranza fra i nostri elettori», ha detto Roberto Formigoni, poco dopo l’annuncio di Alfano. A sinistra, invece, gli ex Sel erano già con Grasso, fin dall’ultima convention. «Traditori», secondo il deputato salernitano Michele Ragosta, in campo, già per un nuovo partito, con tanto di simbolo già pronto. Ragosta, però, dal canto suo avrebbe già blindato una sua posizione a Salerno. Sarà nel proporzionale sotto il simbolo del Partito democratico e non è escluso che si giocherà anche la partita sull’uninominale per il Senato della Repubblica. Qualche giorno fa avrebbe stretto un patto direttamente con De Luca junior, aspirante candidato del collegio Salerno città per la Camera dei Deputati. Intanto però Ragosta alza il tiro contro i transfughi: «I traditori di Giuliano Pisapia, quelli legati alla poltroncina, senza un voto e che hanno lavorato in questi giorni per affossare il progetto di Campo progressista, sono finalmente usciti allo scoperto». «Si tratta di pochi cadaveri politici, uomini senza dignità, pronti a vendere l’anima per una poltrona. Ma questi mentecatti della politica politicante non ci fermeranno. Posso assicurare che in Campania e a Salerno si andrà avanti nel progetto di costruzione di un centrosinistra largo ed inclusivo». Infine «un appello a Giuliano Pisapia affinché riveda la sua posizione. Sono in migliaia in Italia pronti a seguirlo per affrontare una campagna elettorale difficile ed impegnativa. Chi ha abbandonato il percorso di Campo progressista è solo una parte di quel cetopolitico inconcludente e incapace».