di Andrea Pellegrino
Sul sito del governo c’è un reportage fotografico. Renzi al sito di compostaggio di Salerno. Proprio quello finito sotto i riflettori dell’Anac di Raffaele Cantone. Matteo Renzi aveva fatto tappa il 22 maggio del 2015 nella sua duplice veste di presidente del consiglio dei ministri e di segretario nazionale del Pd. Dunque, nei giorni di chiusura della campagna elettorale delle Regionali e per tirare l’ultima volata a Vincenzo De Luca, eletto poi presidente della giunta regionale della Campania. All’epoca della visita, De Luca era sindaco decaduto di Salerno con tanto di sentenza del Tribunale civile che ne aveva sancito l’incompatibilità all’epoca dell’incarico di sottogoverno con Letta premier. Si raccontò del «gioiello» del compostaggio di Salerno, oggi “demolito” dai colpi dell’anticorruzione che aprono le porte anche ad una possibile inchiesta penale e contabile. Parte tutto da una denuncia di Giovanni Romano, ex assessore regionale all’ambiente (giunta Caldoro) supportata poi anche da un esposto a firma del consigliere comunale d’opposizione Roberto Celano che dalla sua ha evidenziato anche altre criticità. Come ad esempio il consumo di energia elettrica o l’ammontare dei lavori che furono previsti per l’implementazione dell’impianto di compostaggio. Soldi che hanno aumentato a dismisura i tributi comunali, fino a renderli i più alti d’Italia. Scrivono gli ispettori dell’Anac nella loro relazione: «Nel caso in esame l’impianto è della cittadinanza e per esso sono stati già spesi oltre 25 milioni di euro». Passando ai gestori dell’impianto si tratta della Daneco che in Ati con la Rcm dei fratelli Rainone si è aggiudicata dapprima l’appalto provvisorio, poi la gara vera e propria con contratto di cinque anni con proroga fino a nove. La Daneco è la stessa ditta che era riuscita anche ad aggiudicarsi l’impianto di Termovalorizzatore di Salerno, progetto poi naufragato, nonostante gli indennizzi concessi ai proprietari dei terreni di Cupa Siglia. Ed è proprio all’atto di quest’ultima gara e delle verifiche che alla Provincia, all’epoca guidata da Edmondo Cirielli, approda un documento della Prefettura di Milano. E’ il 14 marzo del 2012 e nell’atto c’è la storia della Daneco fino a quella data. «Con riferimento alla richiesta del 22 luglio 2011, si comunica che nei confronti della società in oggetto non sussistono elementi ostativi di cui all’articolo 67 del Decreto legislativo 159/2011, né le cause interdicevi di cui all’articolo 4 del Dl 490/94». Fin qui, nessuna interdittiva ma prosegue la nota: «Si comunica, tuttavia, che dalle informazioni acquisite e dalla valutazione del Gruppo Ispettivo Antimafia, riunitosi presso questa Prefettura in data 12 marzo 2012, sono emersi elementi di contiguità familiare, relazionale e professionale tra Francesco Saverio Colucci, titolare di fatto della Nuova Spra Ambiente Spa, che è stata oggetto di interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Napoli in data 21 giugno 2011, e Francesco Colucci, Amministratore unico della Unendo Spa, proprietaria della Daneco Spa (a sua volta proprietaria della Daneco Impianti srl, oggetto della presente informativa). Si rappresenta, inoltre, che Filipponi Bernardino, Amministratore informazioni antimafia, è tutt’ora indagato per il reato di corruzione in concorso, nell’ambito del procedimento penale, pendente presso la Procura della Repubblica del tribunale di Milano, a seguito della vicenda – molto attenzionata in sede locale – relativa alla bonifica dell’area chimica ex Sisas di Pioltello-Rodano. Quanto sopra si comunica – scriveva il Prefetto – per l’eventuale attivazione da parte della stazione appaltante dei poteri di vigilanza sull’esecuzione dei lavori oggetto e per ogni eventuale valutazione». Il 22 gennaio 2014 i vertici della Daneco vengono arrestati. Si tratta di Colucci e Filipponi. L’accusa è smaltimento illecito di rifiuti nell’operazione “Black smoke” della Dda di Milano. A loro era stata contestata la cosiddetta ”truffa delle etichette”. In pratica, dopo aver cambiato il codice dei rifiuti pericolosi in rifiuti speciali, infatti, la Daneco ha potuto indirizzare i rifiuti negli impianti in varie parti d’Italia, ma anche in Germania, che invece non li avrebbero potuti trattare. A Salerno l’impianto di compostaggio è stato inaugurato ufficialmente il 20 settembre del 2010, nel 2015 c’è stata la nuova gara con tanto di lavori di ampliamento. Il tutto sempre affidato alla Daneco Impianti. Ma intorno all’impianto di Salerno c’è anche la Rcm dei fratelli Rainone che a Santa Teresa sta realizzando il Crescent. Opera che è stata oggetto di verifica da parte di Giuseppe Grimaldi dell’autorità di bacino che è stato collaudatore del sito di compostaggio di Salerno, insieme a Luca Caselli e Angelo Cavaliere. Ma c’è una curiosità in più: il progetto è firmato dalla Lotti Associati, lo studio che ha disegnato Piazza della Libertà.