Andrea Pellegrino
Ha dovuto cedere alla sua malattia e rimettere il mandato nelle mani di papa Francesco. Non deve essere stato facile per Monsignor Luigi Moretti lasciare la guida dell’arcidiocesi di Salerno – Campagna – Acerno. E’ successo tutto qualche mese fa, quando ha scritto al Pontefice chiedendo di poter lasciare il suo mandato. Poi l’annuncio, circa una settimana fa, cogliendo di sorpresa perfino i suoi più stretti collaboratori. Una guida turbolenta, osteggiata ma anche apprezzata, quella di Monsignor Luigi Moretti, l’alto prelato venuto da Roma per sistemare i conti e riportare l’armonia all’interno della vasta e complessa Diocesi, scossa allora dallo scandalo della colonia San Giuseppe. Per molti un «commissario» mandato dal Vaticano per risolvere il caso Salerno. E, invece, Moretti ha dimostrato – così come lui stesso ha affermato durante l’ultima conferenza (quella dell’annuncio delle dimissioni) – di essere tutt’altro. Un vescovo nel pieno delle sue funzioni e convinto del ruolo da svolgere. Resterà qui, sarà vice parroco di San Giuseppe Lavoratore, forse anche dopo aver perso l’occasione di una possibile nomina a cardinale. Probabilmente in questi anni salernitani avrà più volte pensato di tornare alla casa madre, ma le chiamate, a quanto pare, non sarebbero mai arrivate, ad eccezione di quando il suo nome comparì nella rosa dei possibili candidati alla Cei. A lui va comunque il merito di aver sistemato burocraticamente la Diocesi, a partire dalle Confraternite e dalla sua azione diretta e soprattutto di controllo. Non si è piegato all’ira funesta dell’ex sindaco e oggi governatore della Campania quando decise il nuovo percorso della processione di San Matteo. Lì il punto più alto dello scontro tra Chiesa e Comune, superando perfino qualche dissidio interno all’Arcivescovado. Alla fine passò (e passa ancora) la sua linea, con la processione che si svolse ugualmente (seppur con qualche eccesso di folclore) nonostante l’assenza – per la prima volta – di Vincenzo De Luca che pochi giorni prima aizzò la folla con tanto di manifesti “San Matteo, orgoglio salernitano”. Ne ha passate tante in un territorio abbastanza complesso e ricco di contraddizioni ma alla fine Monsignor Moretti è riuscito a lasciare il suo segno. Ed ancora ora il suo gesto, che non nasconde nessuna manovra, è uno dei più sentiti di questo 2018.