di Andrea Pellegrino
Il 31 marzo sarà il terzo Consiglio comunale dell’amministrazione Napoli. Da giugno ad oggi, in pratica, l’aula è rimasta deserta, occupata solo da convegni e presentazioni di vario genere. Così, come è giusto che sia, l’ordine del giorno contempla una miriade di punti, compreso il bilancio di previsione. Un brutto esercizio di democrazia per l’amministrazione comunale che al suo esordio aveva promesso una maggiore partecipazione dei suoi consiglieri.
Ed invece la consiliatura pare sia nata storta e pare non riesca a trovare la retta via.
Politicamente il clima è incandescente. Al terzo piano, si discute di commissioni, gettoni ed equilibri interni. E naturalmente di incarichi mancati e di quelli che ancora devono essere distribuiti. Lunedì l’ultimo esame politico, con la nomina di almeno un componente (in quota deluchiana) che dovrà sedere nel cda dell’Aeroporto, la cui presidenza è stata ceduta all’ex pdl Anna Ferrazzano.
Poi ci sono le annunciate dimissioni di Enzo Napoli dalla carica di consigliere provinciale. E la vicenda potrebbe essere al centro del prossimo consiglio di maggioranza. Non fosse altro che il posto imposto (dall’establishment democrat) per Napoli a Palazzo Sant’Agostino ha privato almeno tre pretendenti della maggioranza consiliare. Ancora il caso gettoni, commissioni e giustifiche, finito sotto i riflettori della Guardia di Finanza di Salerno. Ieri quattro consiglieri comunali (Peppe Ventura, Mimmo Ventura, Antonio Carbonaro ed Horace Di Carlo) hanno chiesto che si torni al passato per quanto riguarda la gestione delle commissioni. Ovvero che ci sia, in pratica, un segretario (dipendente comunale) che si occupi delle sedute convocate dai rispettivi presidenti. Ad oggi questo lavoro è affidato ad un consigliere comunale che si assume l’onere e l’onore di prendere presenze ed assenze dei colleghi. Ma su questo aspetto pare che sia calato il gelo nella stanza di Tommaso Esposito, dirigente comunale, firmatario delle giustifiche e promotore e redattore della contestata determina che ha ridotto il gettone di presenza ai consiglieri comunali, che ora attendono l’invocato parere del ministero. Sui riposizionamenti interni c’è il gruppo di Michele Ragosta, ex Davvero Verdi (oggi Art.1 Dp), che rivendica “visibilità”, ed in particolare soldi al suo assessore Mariarita Giordano, rimasta a bocca asciutta. Tant’è che il gruppo ha già presentato ben cinque emendamenti al bilancio.
Ed a proposito di conti, quello che approderà in aula si confermerà un bilancio dalle tasse elevate. Il tutto mentre resta un mistero la transazione con il dipartimento di Protezione Civile che attende dal comune 16 milioni di euro, trattabili a 12.