di Erika Noschese
Ancora un trend negativo per la provincia di Salerno che si attesta al novantacinquestimo posto per la qualità della vita relativa all’anno 2018. A stilare l’inchiesta Il Sole 24 ore secondo cui la provincia salernitana conquista 408.5 punti, scalando ben 10 posizioni rispetto all’anno precedente. Un risultato sicuramente positivo ma forse non abbastanza se si tiene conto che la provincia di Salerno è comunque agli ultimi posti. A conquistare il primato, neanche a dirlo, Milano, capoluogo lombardo che per ben sette volte su 42 si piazza nei primi tre posti per le performance conseguite negli indicatori del benessere. Come ogni anno la Qualità della vita scatta una fotografia delle città italiane, scegliendo di inquadrare la questione del benessere tramite 42 indicatori suddivisi in sei macroaree:Ricchezza e consumi, Affari e lavoro, Ambiente e servizi, Demografia e società, Giustizia e sicurezza, Cultura e tempo libero, riferiti all’ultimo anno appena trascorso. I dati consentono di rappresentare il benessere come fenomeno economicosociale a più dimensioni. Questo spiega il fatto che ogni provincia, indipendentemente dal risultato finale, ottenga spesso piazzamenti molto diversi tra loro nelle aree tematiche considerate. «Quella de Il Sole 24 ore è una classifica provinciale che ci vede scavalcati anche dalla provincia di Napoli», ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia al Comune nonché consigliere provinciale, Roberto Celano. «Sono fortemente preoccupato perchè pur avendo zone come la Costiera Amalfitana dovetutto dovrebbe funzionare meglio rispetto alla città capoluogo non riusciamo a reagire e restiamo sempre agli ultimi posti», ha poi aggiunto il consigliere d’opposizione. Parole dure quelle pronunciate anche dal consigliere comunale e provinciale Dante Santoro: «Questa classifica è il risultato di una politica devastante, di comitati d’affare che ha preso il sopravvento rispetto al benessere dei cittadini». Per Santoro, dunque, «questa classifica vale più di ogni altro slogan elettorale, hanno svenduto Salerno e la sua provincia per gli interessi di poco». Parole critiche verso le istituzioni soprattutto dai consiglieri comunali e provinciali di minoranza che chiedono ora un cambio di rotta.