Qualità dei prodotti e rispetto del lavoro, la sfida vincente di Spesa Salutare - Le Cronache
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Qualità dei prodotti e rispetto del lavoro, la sfida vincente di Spesa Salutare

Qualità dei prodotti e rispetto del lavoro, la sfida vincente di Spesa Salutare

di Clemente Ultimo

Ridurre la distanza tra aziende del territorio e consumatori, garantendo qualità dei prodotti e rispetto del lavoro: obiettivo ambizioso e non facile da raggiungere, che rappresenta tuttavia non solo il traguardo da raggiungere, quanto l’idea stessa su cui nel 2013 è nata Spesa Salutare, piccola quanto vivace realtà d’impresa ideata da Erminia Maiorino. Realtà capace oggi di mettere in relazione diverse imprese agricole biologiche del Salernitano con i consumatori, garantendo la consegna a domicilio di prodotti freschi e trasformati. Tutto gestito grazie al web. Un’idea imprenditoriale che affonda le sue radici nell’esperienza del volontariato e che di quel periodo, seppur con tutte le differenze del caso, conserva lo spirito e – non sembri esagerato il termine – la vocazione.

“Tutto nasce – ricorda Erminia Maiorino – dall’esperienza fatta come volontaria in una bottega di commercio equo e solidale a Nocera Inferiore. Lì si creò un primo gruppo di acquisto solidale che mirava a sviluppare rapporti diretti con i produttori del nostro territorio. Purtroppo quell’esperienza, affidata unicamente all’impegno dei volontari, si rivelò troppo difficile da gestire senza un impegno continuo, senza la possibilità di un reale ed efficace coordinamento della rete di rapporti costruita dai singoli. Del resto allora qui, al Mezzogiorno, l’esperienza dei gruppi di acquisto muoveva i suoi primi passi e scontava un’inevitabile inesperienza, soprattutto dal punto di vista organizzativo. L’idea, tuttavia, nonostante le difficoltà pratiche per metterla in atto, continuava a sembrarmi interessante e valida, così dopo la laurea ho pensato potesse diventare il mio lavoro. Anche perché sono pienamente convinta della validità della filosofia che la ispira”.

Ecco, puoi spiegarci meglio su quali idee forza si basa l’attività di Spesa Salutare? “Certamente. Per quel che riguarda i prodotti, tanto freschi che trasformati, gli elementi fondamentali sono quelli della filiera corta, ovvero della vicinanza tra i luoghi di produzione e quelli di consumo, la certificazione di produzione biologica, il rispetto del principio di stagionalità delle produzioni. Insomma, puntiamo a valorizzare un’agricoltura sostenibile, in grado di garantire nello stesso tempo la qualità dei prodotti che consumiamo e la salvaguardia dell’ambiente”. Senza dimenticare la tutela del lavoro. “Sì, questo è un altro elemento caratterizzante di Spesa Salutare. Nell’individuazione delle imprese da cui ci riforniamo teniamo conto non solo di quanto detto prima, ma anche del rispetto dei diritti dei lavoratori. Devo dire che trattandosi spesso di piccole aziende a conduzione familiare è molto facile per noi verificare che non sia impiegata manodopera cui non vengono riconosciuti diritti e tutele, fenomeno purtroppo molto diffuso qui da noi. Il nostro obiettivo è quello di costruire un rapporto di fiducia non solo con i nostri clienti, ma anche con i produttori, rapporti destinati a durare nel tempo: per questo ci teniamo a verificare il rispetto di tutti questi requisiti per noi indispensabili”. La tua attività non si limita alla vendita con consegna a domicilio, ma anche all’organizzazione di iniziative collaterali, come le visite alle aziende produttrici. “Sì, visitare personalmente e periodicamente le aziende che poi diventano nostre fornitrici è solo il primo passo, ma spesso organizzo delle giornate in cui i clienti possono toccare con mano, letteralmente, i prodotti che arrivano sulle loro tavole. È un modo per tradurre in realtà il concetto di acquisto consapevole, per creare o consolidare rapporti basati sulla fiducia”. In questo periodo di caro bollette ed aumenti dovuti alle crisi internazionali com’è la situazione dei piccoli produttori salernitani? “Difficile. I rincari si riflettono immediatamente sui bilanci di queste aziende, molte – come detto – a conduzione familiare. Ad esempio l’aumento del prezzo del gasolio agricolo – triplicato negli ultimi mesi – ha creato non pochi problemi, anche perché i piccoli produttori non hanno scorte grazie alle quali ammortizzare gli aumenti né possono compensarli con un rincaro dei prezzi di vendita, pena finire fuori mercato. C’è molta preoccupazione per il futuro, la speranza è che la situazione internazionale si rassereni in tempi brevi”.