PUZZA DI BRUCIATO - Le Cronache Ultimora
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PUZZA DI BRUCIATO

PUZZA DI BRUCIATO

Alberto Cuomo

 

La scorsa settimana due avvenimenti hanno suscitato la curiosità (nella nostra città, addormentata non solo per il caldo, non si può dire “l’interesse”) dei salernitani: gli incendi sulle colline, particolarmente quello della spazzatura inviata in Tunisia che, tornata da noi, è stata depositata a Persano, e il sit-in, ma meglio sarebbe dire lo standing-in, del padrone, pardon, del patron del Giffoni Film Festival, Claudio Gubitosi. Quanto all’incendio di Persano che colpisce la popolazione di Serre, già martoriata in passato dai miasmi dei rifiuti depositati nel tempo, la procura aprirà una indagine, senza trovare probabilmente i responsabili, così come accade per i tanti incendi. Si chiede: sono responsabili le persone che hanno materialmente appiccato il fuoco o, non anche, tutti coloro che hanno contribuito ad ammassare i rifiuti, già soggetti ad indagine, senza custodia, lasciati a disposizione degli incendiari? Sarà per sfuggire ogni responsabilità, che il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, dopo aver chiarito che i rifiuti a Persano erano in sequestro giudiziario e pertanto intoccabili, sì che solo dopo la conclusione del sequestro è stato possibile per l’ente effettuare la gara riguardante la loro rimozione, ha rilevato che “Guarda caso, il giorno prima (delle operazioni di spostamento delle balle) scoppia l’incendio. C’è un sincronismo che dimostra un chiaro contenuto doloso. La vicenda dei rifiuti tunisini si conferma ancora una volta oscura e segnata da azioni di stampo criminale. Saranno gli organi inquirenti a fare definitiva chiarezza su tutto”. E i punti oscuri, che forse potrebbero dirsi neri di bruciato, sono molti. Possibile che in Regione il principale responsabile dell’invio anomalo dei rifiuti in Tunisia sia solo un funzionario non apicale, il dott. Vincenzo Andreola che, in quanto architetto, anche modesto, poco o niente sa in materia di rifiuti? Possibile che i rapporti con i politici tunisini, tra gli altri un ministro arrestato, sia pure per interposta persona, siano stati tenuti da funzionari? Possibile che per le responsabilità sull’invio dei rifiuti in Tunisia nel 2020, e già soggetti a indagine dalla procura tunisina, spediti di nuovo in Italia nel febbraio del 2022 e depositati a Persano, a distanza di due anni di indagini condotte dal sostituto procuratore Vincenzo Montemurro a Potenza, già collega nel Tribunale di Salerno della dott.ssa Antonella Giannelli, moglie dell’Andreola, non vi siano ancora richieste di rinvio a giudizio? La materia dei rifiuti è ostica in Regione tanto da aver condotto De Luca a fare diverse cattive figure. Si ricorderà che il presidente della Regione Campania sin dal suo primo insediamento ha promesso la purificazione della cosiddetta “terra dei fuochi” mentre, in circa 10 anni, il disinquinamento dei terreni è stato realizzato lentamente e, se oggi egli vanta di avere bonificato l’area, Severino Nappi, consigliere regionale di opposizione sostiene che quanto afferma non sia vero tanto che nei 57 comuni che ne fanno parte si continua a morire a causa dei fattori inquinanti. Ugualmente nel salernitano, dove De Luca continua a vantarsi della balla di voler realizzare un termovalorizzatore da far progettare all’archistar Frank O’Gehry, mentre l’incontro con il famoso architetto angeleno servì essenzialmente a fare un bel viaggio in California dato il notorio prezzo del progettista di facile intuito per De Luca nel parallelo con gli onorari di Bohigas, Chipperfield, Hadid, Bofill. Certo Bonavitacola ha regione, nel campo dei rifiuti vi sono interessi oscuri e del resto ancora oggi la Sra, l’azienda di Polla che ha inviato i rifiuti salernitani in Tunisia, sebbene soggetta ad indagini, con i proprietari finiti in carcere, continua ad occuparsi di spazzatura accumulandola nei propri capannoni. E fu forse per dare una mano al padre, per sottrarlo a possibili zone d’ombra, che Roberto De Luca accettò un incontro con un ex camorrista presunto esperto nello smaltimento dei rifiuti. Quanto a Claudio Gubitosi ed alla sua gestione del Festival di Giffoni Valle Piana, al contrario, negli atti vi è sicuramente, invece che ombra, chiarezza, forse persino eccessiva. Gubitosi è tanto sicuro di spendere bene i fondi pubblici, ovvero i tanti milioni che sono stati concessi negli anni al festival, da rispondere per le rime a chi afferma il contrario. E’ avvenuto ad esempio con l’onorevole Tofalo, del Movimento5Stelle, che lo aveva accusato di aver indebitato l’ente Festival e di non pagare le maestranze, cui rispose con delucidazioni esaurienti. E pure, nel 2015 il Corriere, con altri quotidiani, mise in luce che Gubitosi guadagnava per organizzare la kermesse ben 260mila euro “più del Presidente Mattarella e della Merkel” cui aggiungere i circa 30mila per la collaborazione della moglie, Alfonsina Novellino e lo stipendio del figlio Jacopo oggi direttore generale del festival. Sicuramente Gubitosi offre la rendicontazione, agli enti preposti, delle spese effettuate con denaro pubblico, sebbene sarebbe opportuno rendere pubbliche, non solo ai partecipanti ed ai finanziatori del festival, tali spese, laddove sul sito del Gff, alla voce “trasparenza”, esse non compaiono, così come avviene del resto per gli altri festival finanziati dalla Regione e da altri enti pubblici (Salerno Letteratura o Linea d’Ombra Festival). La protesta di Gubitosi davanti al ministero della cultura appare comunque oscura e ridicola dal momento viene richiesto in prima istanza il dialogo: “Ministro Sangiuliano dialoga con Giffoni (film festival) e restituisci i fondi tagliati”. Dopo aver protestato con De Luca a Roma a proposito dei fondi di coesione, e dopo aver invitato sul palco del festival solo esponenti della sinistra, Gubitosi avrà ritenuto bene non alienarsi le passate simpatie della destra, oltretutto al governo, sì da chiedere il dialogo e, con questo, mantenere chi sa i proventi.

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