Psi, parla il tesoriere Strada - Le Cronache
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Psi, parla il tesoriere Strada

Psi, parla il tesoriere Strada

di Erika Noschese
«Le casse non sono affatto in rosso, anzi. Il nostro bilancio evidenzia un avanzo di gestione tranquillizzante e il bilancio preventivo, che abbiamo approvato nei nostri organismi politici qualche settimana fa, conferma che per il 2023 saremo in condizione finanche di ampliare la nostra iniziativa politica». Parla così Marco Strada, tesoriere del Psi che chiarisce quanto emerso in un messaggio che ha inviato di recente a Walter Verini, suo omologo del Pd chiedendo di raggiungere un accordo in quanto alla luce «della mancata elezione del segretario nazionale del Psi in parlamento» sono state «registrate notevoli difficoltà gestionali» e «purtroppo non siamo più in grado di saldare la fattura di “Quorum” di 10mila euro che avevamo concordato come uno dei contributi del Psi alla campagna elettorale della lista comune». Nel messaggio a Verini, diffuso involontariamente proprio da Marco Strada, si chiedeva di raggiungere un accordo. Una prima parte della cifra concordata, variabile a seconda del peso che i partiti hanno all’interno della coalizione, era già stata versata mentre la quota più consistente, diecimila euro per l’appunto, dovrebbe essere saldata ma – stando a quanto scritto dal tesoriere socialista – non vi sarebbero le possibilità. Una incongruenza tra ciò che Strada dichiara e ciò che ha scritto al tesoriere del Pd perché, stando alle sue parole, i socialisti non hanno alcuna difficoltà economica. Allora, a questo punto il dubbio è lecito: perché chiedere di raggiungere un accordo economico per rispettare gli impegni presi? Perché nel messaggio parla di «notevoli difficoltà gestionali», specificando di non essere in grado di saldare la fattura di “Quorum” di diecimila euro?
Marco c’è una fattura quorum che il partito deve pagare ma parte di questi soldi non possono essere versati in quanto le casse del partito sono in rosso. Può spiegare cosa è accaduto e di cosa si tratta quando si riferisce a fattura quorum?
«Non comprendo cosa intenda per “fattura quorum”. Non conosco una tipologia di fattura con quella denominazione. Se si riferisce alla ultima campagna elettorale, altro non è che la ragione sociale di un fornitore che ha garantito alcuni servizi per la lista Italia Democratica e Progressista. Nemmeno capisco come possa affermare che il Psi non possa pagare una fattura perché le casse del partito sarebbero in rosso. Le casse non sono affatto in rosso, anzi. Il nostro bilancio evidenzia un avanzo di gestione tranquillizzante e il bilancio preventivo, che abbiamo approvato nei nostri organismi politici qualche settimana fa, conferma che per il 2023 saremo in condizione finanche di ampliare la nostra iniziativa politica, con alcune importanti novità che il nostro segretario e i nostri dirigenti metteranno in campo e pubblicizzeranno sin dall’inizio del nuovo anno. Abbiamo sempre onorato i nostri impegni e continueremo a farlo senza alcun problema. Ho assunto la responsabilità della tesoreria del Psi da poco più di un mese e sono al lavoro per garantire una gestione trasparente e oculata delle finanze del partito, che ci vedono con un attivo più che sufficiente a garantire sia l’attività politica sia il mantenimento della struttura organizzativa del Psi».
Questi soldi che vengono versati sono tracciati? Ci sono fatture o documentazioni che
attestano questo importante versamento?
«Necessariamente. Tutti i movimenti di denaro che entrano ed escono dalla tesoreria del Psi, come di tutti i partiti politici in Italia, sono rigorosamente tracciati, da sempre, così come prevede la legge. Quando si riferisce a un “importante versamento” dovrebbe spiegarsi meglio: il bilancio annuale del Psi è pubblicato per legge, e la somma dei pagamenti è dell’ordine di centinaia di migliaia di euro. In ogni caso, ogni movimento di denaro, anche per somme minime, è contabilizzato e giustificato con fatture e documenti fiscali che ne attestano effettività e inerenza. Il tutto, ripeto, pubblicato e tracciato come per legge. Si figuri che siamo tra quelli che da sempre danno battaglia perché in Italia si dia completa attuazione all’art. 49 della Costituzione, che riguarda il diritto di associarsi in partiti e il rispetto delle regole democratiche interne nei partiti stessi. Lo consideriamo necessario per ridare centralità ad un sistema, quello dei partiti appunto, che è andato in crisi da tempo, provocando tutte le storture nel nostro Paese e determinando da un lato una forte crisi della rappresentanza, dall’altro lasciando spazio a populismi e demagogie nonché a partiti leaderistici, senza storia ed ideologia, senza democrazia interna e con poco futuro».
A cosa servono i soldi che il partito avrebbe dovuto versare per la candidatura dei
socialisti?
«Non scherziamo. Nessuna candidatura è stata chiesta, ottenuta, presentata a fronte di versamenti di denaro. Alle scorse elezioni politiche il Psi ha partecipato, con una dozzina di suoi candidati, a una lista plurale, denominata Italia Democratica e Progressista, insieme a Partito Democratico, Articolo Uno e altre forze politiche. Come sempre accade, i costi della campagna elettorale di una lista composta da più soggetti politici vengono ripartiti tra le forze che partecipano alla lista, secondo criteri di proporzionalità concordati tra le forze stesse. Ed è quello che abbiamo fatto anche in questo caso, con un accordo sottoscritto dal mio predecessore che noi stiamo onorando con serietà. È in corso un confronto per stabilirne le relative modalità. Nulla di straordinario».
La quota varia in base ai partiti o è un prezzo fisso per tutti?
«Difficile comprendere il senso della domanda. Se si riferisce al criterio di ripartizione delle
spese della campagna elettorale, tale criterio tiene conto del peso elettorale di ciascun partito che partecipa alla lista comune».
La quota totale che il partito doveva versare a quanto ammonta e vale per tutti i candidati
o per un singolo candidato?
«Non esiste alcuna quota da versare per le candidature. Stiamo parlando di spese elettorali di una lista composita e plurale: per capirci, quelle per i manifesti, i sondaggi, la pubblicità o gli spazi elettorali a pagamento. I rendiconti elettorali sono obbligatoriamente pubblici e sono in corso di pubblicazione in questi giorni. Ciò premesso, fatico a comprendere la domanda, visto che il contributo che ciascun partito mette a disposizione nella campagna è proporzionato al suo peso elettorale. Ciascun candidato, poi, è libero di finanziare la sua campagna individuale, rendicontando le sue spese all’Autorità giudiziaria di controllo, come per legge.
Pensa si possa raggiungere un accordo con il Pd per salvare le finanze del partito?
«Il Partito Socialista non ha alcun bisogno di salvare le sue finanze. Men che meno per opera di altri partiti. Gliel’ho detto in precedenza e lo confermo con nettezza: abbiamo un bilancio in attivo. Quanto affermo è facilmente verificabile grazie alle norme e alle garanzie sulla trasparenza: gli atti sono pubblici. La gestione finanziaria del Psi è perfettamente in grado di far fronte a tutti i suoi impegni. Ogni affermazione contraria a questa semplice verità è falsa, e di una falsità facile da dimostrare documentalmente. Quanto ai rapporti finanziari con il Partito Democratico, poi, posso dirle che ad oggi siamo in una posizione di credito e stiamo discutendo con loro proprio di questo. Come vede, nessun pericolo per il Psi».
Il Psi celebra a Roma i 126 anni dell’Avanti
Il 20 dicembre a Roma, presso la sede delle fondazioni Modigliani e Matteotti, lil Partito Socialista di Enzo Maraio celebra i 126 anni dell’Avanti!. L’Avanti on line e l’Avanti della domenica, unico giornale di partito presente in edicola in formato cartaceo, celebreranno questo anniversario con una giornata di interventi, per discutere del futuro della sinistra italiana, dell’agenda politica attuale e del ruolo dell’opposizione al governo di destra reazionaria e nazionalista. Una maratona oratoria che coinvolgerà i dirigenti del Psi, esponenti dell’associazionismo e delle fondazioni socialiste, insieme ai leader e i protagonisti dei partiti del centro sinistra, da Enrico Letta a Benedetto Della Vedova, da Piero De Luca a Cecilia d’Elia, da Stefano Bonaccini a Roberto Speranza, da Bruno Tabacci a Angelo Bonelli, da Claudio Martelli a Ugo Intini, da Valdo Spini a Bobo Craxi e tanti altri previsti in un ricco programma di interventi.