di Erika Noschese
In attesa della seconda parte del consiglio nazionale, in programma sabato 12 novembre, alcuni socialisti delle varie sezioni d’Italia chiedono seri provvedimenti dopo quanto accaduto lo scorso 16 ottobre quando, nel corso del consiglio nazionale, si è verificata un’aggressione fisica e verbale ai danni di alcuni “contestatori” che chiedevano un passo indietro al segretario nazionale con un nuovo congresso nazionale, alla luce della sconfitta elettorale alle passate elezioni Politiche che – secondo molti socialisti – avrebbe dovuto imporre una riflessione interna al partito ed, eventualmente, le dimissioni di Maraio. Quattro, per il momento, i documenti presentati alla commissione di Garanzia: tre relativi all’aggressione ed uno relativo alla presunta irregolarità del consiglio nazionale a causa di un verbale non ancora redatto. “Durante la prima parte dei lavori del consiglio nazionale, larga parte dei presenti nella sezione inferiore dei locali, non inquadrata dalle telecamere, ha contestato la relazione del segretario. I più con frasi telegrafiche. Circa a metà della relazione, i compagni campani, si sono avvicinati ad alcuni compagni delegati in contestazione intimando, con toni tutt’altro che amichevoli, di non contestare” – emerge dal documento presentato alla commissione Garanzia nel quale viene evidenziato il comportamento di uno dei vertici regionali che si sarebbe diretto all’ingresso, “dopodiché avvicinarsi con altre persone, consiglieri e non, al capannello creatosi. In quel frangente sono iniziati tentativi di aggressione fisica nei confronti di chi manifestava liberamente e democraticamente il suo dissenso. Alcuni soggetti hanno aggredito fisicamente il giovane compagno e consigliere nazionale Niccolò Musmeci, tratto in salvo da altri compagni consiglieri. Successivamente sono stati strattonati e spinti violentemente altri compagni più anziani, come il consigliere nazionale della Toscana Carlo Sorrente, vigliaccamente attaccato alle spalle da un consigliere che sarebbe stato da altri identiticato. Da lì spintoni e urla come in una ressa da bar. Questi atti, intimidatori e violenti, sono stati qualificati già durante il consiglio nazionale come attacchi squadristi da un numero consistente di compagni, intervenuti e non”. Dunque, la richiesta alla commissione Garanzia, acquisite tutte le informazioni ed effettuati tutti i rilievi ritenuti all’uopo necessari e identificati tutti i responsabili mediante strumenti e rilevazioni consoni, di assumere provvedimenti disciplinari conseguenti e necessari nei riguardi di chi, con metodo squadrista, ha inteso reprimere e punire una libera e democratica contestazione, prima con intimidazioni e poi con tentativi di aggressione. Sulla scia di questa richiesta anche gli altri due documenti, firmati e sottoscritti, che parlano di una “precisa strategia provocatoria ed intimidatoria tipica di veri e propri attacchi squadristi perpetrata da un numero consistente di compagni, sia in interventi che lontano dal palco. Alcuni, lontano da occhi indiscreti, hanno persino parlato di deriva violenta del partito. Si chiede dunque al Consiglio di Garanzia, acquisite le informazioni ed effettuati tutti i rilievi necessari per il caso, di assumere provvedimenti disciplinari nei riguardi di chi con metodo violento ha inteso punire e reprimere una libera e democratica contestazione, prima con intimidazioni e poi con tentativi di aggressione”. Il quarto documento è stato invece inviato al segretario nazionale Enzo Maraio e al presidente e segretario verbalizzante dello scorso consiglio nazionale nel quale vengono palesati dubbi sulla legittimità statutaria, chiedendo di conoscere quali consiglieri erano registrati al consiglio nazionale, le presenze al momento del voto e il risultato stesso della votazione.