Provinciali. La vittoria di Cerretani è figlia di un sistema politico distruttivo - Le Cronache
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Provinciali. La vittoria di Cerretani è figlia di un sistema politico distruttivo

Provinciali. La vittoria di Cerretani è figlia di un sistema politico distruttivo

di Erika Noschese
Alla fine, ci pensa il Sistema a salvare Luca Cerretani, riconfermato per la quarta volta tra i banchi di Palazzo Sant’Agostino. Il presidente Franco Alfieri oggi è l’uomo che tutto può, anche disattendere gli impegni presi con il Pd per accontentare i delusi dal rimpasto in giunta a Salerno città. Parliamoci chiaro, il consigliere di Torchiara oggi non ha più quell’appeal sugli amministratori locali, basta vedere il suo ultimo dato: poco più di 4mila voti, una sconfitta sul piano politico che meriterebbe una riflessione seria. Del resto, dopo tre mandati in un ente importante come la Provincia, presente a favore di telecamera, qualche selfie, un paio di scatti e il nulla in termini di interventi concreti per il territorio anche gli amministratori avrebbero voluto cambiare scenario. Largo ai giovani, verrebbe da dire. Ma Cerretani giovane, anagraficamente, lo è ma troppo asservito ad un potere che non lascia margini di manovra. E quando in quel potere ambisci ad avere un ruolo da co-protagonista allora è impossibile provare anche solo a raccontare informalmente che le aree interne del Cilento hanno bisogno di un cambiamento serio e concreto che vada oltre il mero spot elettorale e le chiacchiere da gran finale con applausi a scena aperta che lasciano, alla fine, il tempo che trovano. Il dato politico è chiaro, al di là dell’aspetto matematico e del calcolo della media ponderata, i voti ottenuti appartengono agli amministratori di Agropoli e Capaccio, due grandi città (anche dal punto di vista della media ponderata) nelle mani del presidente Alfieri, in pieno stile deluchiano, gestendo e dettando ordini anche a chi riveste oggi, e almeno fino alla sentenza del Consiglio di Stato, la fascia tricolore. Ed un voto per Cerretani dovrebbe essere uscito anche nel capoluogo dove non sembrava avere grossi rapporti, né di amicizia né di stima con i consiglieri comunali. La delega di vice presidente spettava ad Antonio Fiore, questi almeno gli accordi pre voto ma alla fine l’eterno sindaco di Agropoli ha mischiato le carte e ha “preteso” i voti per l’ormai ex parente acquisito. Serve, non in termini concreti ma di rappresentanza anche perchè Capaccio si appresta a tornare al voto per il rinnovo del consiglio comunale e Cerretani è già in piena campagna elettorale. Do ut des, per tenere in piedi un sistema politico quasi perfetto dove tutti possono entrare e fare la loro parte, per poi giocare su altri tavoli quando la sfida non conviene più. Del resto, che importa se a Salerno si è con il Pd e a livello nazionale con la Lega? Il Sistema cilentano regge e il gioco può continuare.
Ma Fiore non è stato tradito solo dal suo presidente ma anche dal partito e dai sindaci. L’ordine di scuderia era quello di dividere i voti per tentare di accontentare tutti ma la vigilia del voto il primo cittadino di Pontecagnano Faiano Giuseppe Lanzara avrebbe chiamato a raccolta i suoi per chiedere di far confluire quanti più voti possibile sul vice sindaco di Novi Velia Giovanni Guzzo, amministratore capace e attento ai territori. E così è stato: Guzzo è il più votato in assoluto e spetta a lui la delega di vice presidente con buona pace del consigliere di Salerno che deve fare i conti con la realtà: non ha la forza di imporsi sul partito.
I commenti
«L’elezione indiretta dei Consigli Provinciali? Prima passa nell’archivio delle cose sbagliate e meglio è. Sono bastati meno di 10 anni per mostrare tutti i macroscopici errori di visione contenuti in quella riforma. Su tutti il depotenziamento di un Ente Locale decisivo per lo sviluppo del territorio, con amministratori che, ovviamente, più che mai, rispondono ai meccanismi del consenso piuttosto che ai bisogni del corpo elettorale. Un danno enorme per tutte le vertenze, le criticità, le problematiche di area vasta, che necessitano invece di un riferimento istituzionale fortemente legittimato per trasformare il conflitto sociale in motore dello sviluppo». Così Franco Mari, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. «Si è sentita l’assenza della Provincia a proposito di tutela dell’ambiente e del paesaggio, di sistema formativo e produttivo, di servizi essenziali come la sanità e i trasporti. E poi, come si vede anche dalle recenti elezioni salernitane, c’è l’affermarsi di un potere tutto maschile, diretta emanazione dei sistemi di potere che prosperano a livello locale. Un difetto grave, che la politica e le istituzioni non possono permettersi e che verrebbe almeno ridimensionato dal voto popolare. Prima torneremo a sceglierci i consiglieri provinciali e meglio sarà», conclude il deputato. «Sono contento che la Provincia di Salerno sia un’istituzione dinamica, di persone perbene, che non dorme in piedi. Il presidente Alfieri è un amministratore tra i migliori in provincia di Salerno e il risultato delle elezioni è stato eccellente per quanto mi riguarda. La riforma fatta è da manicomio, bisogna ripristinare l’elezione diretta della provincia limitandola a tre funzioni: manutenzione degli istituti superiori, manutenzione statale e protezione civile con fondi certi», ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Sulle elezioni si sono voluti esprimere anche i Consiglieri di opposizione del Gruppo “Radici” di Bracigliano. «Congratulazioni a tutti gli eletti del centrosinistra – hanno dichiarato i Consiglieri di “Radici” – una vittoria netta, che conferma la leadership del Presidente uscente Franco Alfieri, al quale vanno rivolti sinceri auguri per l’affermazione ottenuta. Un trionfo che, quindi, premia l’ottimo lavoro condotto nei precedenti due anni di Governo targato Alfieri». Si attende, ora, solo la composizione del nuovo Consiglio Provinciale che, molto probabilmente, verrà resa nota subito dopo il periodo Natalizio.