Le accuse sono pesanti e molto circostanziate. Gerardo Rosania non risparmia nessuno e a poche ore dall’apertura dei seggi, ritira la sua candidatura alle primarie di Sel per la Camera dei Deputati. Proprio così, l’ex sindaco di Eboli proprio non ci sta ed annuncia che «si è superato il limite della decenza». Con lui c’è l’intero circolo di Sel “La Sinistra” di Eboli che condivide le accuse lanciate da Rosania.
«Rinunciamo, quindi, a partecipare a queste primarie fittizie, truccate, perché non ci sono ancora regole certe a poche ore dal voto, perché ci si rifà a regole non scritte da nessuna parte (“articolo quinto”…), perché le uniche regole sono quelle “ad personam” aggiunte di volta in volta a seconda della convenienza, perché l’ordine delle presenze in lista è già definito da accordi sottobanco sia all’interno del partito che tra partiti…», scrivono Rosania e i responsabili cittadini di?Sel. «Questi giochetti non sono fatti da persone qualsiasi, ma addirittura dal segretario provinciale del partito, avvezzo fin dalla nascita di Sel a questi metodi (ricordiamo quanto già denunciato allora: nel 2010, quando si era stati chiamati ad eleggere il segretario provinciale, Sel contava circa 1.200 iscritti in provincia di Salerno, mentre oggi ne conta solo 600 circa Erano finte le iscrizioni di allora, o siamo di fronte al fallimento della segreteria provinciale?). Nonostante tutto, avevamo creduto di partecipare a delle vere primarie, tanto da aver convocato un’assemblea pubblica nella quale poter scegliere liberamente e democraticamente i candidati di Sel, salvo poi scoprire che, con la scusa dei tempi ristretti, si stava mettendo in piedi una macchina per lasciare la scelta nelle mani dei soliti noti; insomma, il solito vezzo del gattopardo».
Dunque, si possono chiamare primarie quelle in cui i candidati sono in numero pari ai posti in lista? S’interroga Rosania che prosegue: «Quelle in cui, per giochi interni al partito, si decide di spostare le candidature dal Senato alla Camera e viceversa, senza nemmeno consultare chi aveva dato la propria disponibilità per un’opzione diversa? Si possono chiamare primarie quelle in cui viene già deciso un tetto massimo di voti che si possono avere?». «Infatti, dopo aver partecipato alle primarie di coalizione, in cui non si potevano distinguere gli elettori di Sel da quelli del Pd, ci viene comunicato che, da accordi regionali tra i due partiti, le preferenze espresse per i candidati non possono superare il 20% di quanto già ottenuto alla data del 25 novembre. E’ come dire che chi aveva votato Vendola in quella data, doveva necessariamente essere di Sel e oggi deve votare per forza un candidato di Sel, e, ovviamente, chi aveva votato Bersani doveva necessariamente essere del Pd ed essere costretto il 29 dicembre a votare Pd. Pertanto, chi ha preferito Bersani quale premier della coalizione il 25 novembre, ma preferirebbe questa volta votare per un candidato di Sel, non può esprimere la propria preferenza, la propria libertà di voto! Così il controllo del voto è assicurato e chissenefrega della democrazia. Inoltre, solo stamattina (ieri per chi legge, ndr) venivamo a conoscenza del fatto che ad Eboli, dove Vendola aveva avuto 227 voti, per le primarie del 29 dicembre ci sarebbero state solo 180 schede disponibili: il 181° elettore si sarebbe visto chiudere la porta in faccia».
«Ancora – conclude Rosania – mentre si fingeva di ascoltare le ragioni del Circolo e di trovare soluzione al problema (a pochissime ore dal voto), dal comitato elettorale regionale arrivava il nulla osta per il seggio presso il nostro Circolo, demandando gli atti conseguenti al segretario provinciale, il quale, però, si rendeva irreperibile, non rispondendo né a telefonate né a messaggi. Nel frattempo il seggio di Eboli veniva già allestito altrove, con tanto di pubblicità sulla rete. Solo dopo l’annuncio pubblico del ritiro della candidatura di Gerardo Rosania, il segretario provinciale (Michele Ragosta, candidato alle primarie, ndr) si degnava di inviare un sms nel quale comunicava testualmente “ok, oggi organizziamo”: che cosa? il funerale della democrazia? la soluzione di un problema? e quale? il suo, forse? E potremmo andare avanti nell’elenco, comprese le voci squallide di accordi tra i partiti per l’utilizzo di nominativi di elettori “doppi-votanti” e di schede non votate che sabato sera potrebbero magicamente diventare voti per chi si ritiene il padrone del vapore! Quanto già detto, dunque, ci sembra sufficiente per capire quanto siano state alterate le regole di garanzia per i candidati, quanto questi meccanismi abbiano creato un vulnus nei livelli di democrazia e correttezza nella vita di un partito».
Il listino. Intanto, oltre alle liste che si confronteranno oggi con le primarie, emergono i primi nomi del listino di Nichi Vendola. Tra i nomi certi ci sarebbe quello di Isaia Sales, ex bassoliniano ed ex sottosegretario al ministero del tesoro, che proprio durante le scorse primarie aderì a Sel, pur sostenendo Renzi al ballottaggio.