di Erika Noschese
«Le chiedo scusa e prego per lei». Sono le parole scritte da papa Francesco e indirizzate a Filomena Lamberti, la donna salernitana vittima della crudeltà del suo ex marito. Filomena la notte del 21 aprile 2012 viene colpita da quell’uomo che ha trascorso la vita insieme a lei, con dell’acido muriatico. Da allora tutto è cambiato. Circa 25 interventi facciali ma non è finita qui. La strada è ancora lunga e in salita. Da quel giorno, Filomena è diventata il simbolo delle donne che hanno il coraggio di dire basta e denunciare quel marito violento che le ha quasi tolto la vita. Ieri, nel corso della trasmissione di Rai uno “A sua immagine” – in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne – ha letto la lettera che papa Bergoglio le ha inviato nel mese di giugno quando lei ha spedito il suo libro al Vaticano. Bergoglio non fa mancare il suo sostegno alla salernitana e le scrive una toccante lettera: «Le chiedo scusa e prego per lei affinché il coraggio che le ha ridonato singolare bellezza diventi uno schiaffo all’indifferenza», ha scritto il Pontefice nella lettera. « E’ una bella emozione, una lettera stupenda, toccante. Non sono quattro parole buttate lì», ha dichiarato Filomena Lamberti subito dopo la trasmissione.
Filomena, lei sembra essere diventata il simbolo di questa giornata contro la violenza sulle donne. Se potesse lanciare un appello alle donne vittima di violenza cosa direbbe?
««Dite subito basta. Abbiate la forza di denunciare, di andare via; di avere la forza di rivolgersi ai centri anti violenza. Sono tante le strade da prendere. Quando è accaduto a me non sapevo, non conoscevo. Oggi invece se ne parla tanto a differenza degli anni in cui io subivo violenza da mio marito. Oggi se ne parla molto, ovunque. E’ una cosa diversa. Per me il 25 novembre dovrebbe essere 365 giorni l’anno, non solo in queste occasioni. La donna va protetta e difesa sempre, va stimolata a poter reagire e a non subire. Oggi se ne parla di più ma ogni giorno dovrebbe essere così».
Oggi se ne parla tanto, eppure il fenomeno sembra essere in aumento, come confermato anche dai centri antiviolenza.
««Si, infatti proprio oggi (ieri per chi legge ndr) in trasmissione hanno mandato un documentario in cui si parlava di centri che assistono gli uomini maltrattanti. Io questi uomini inizierei a rieducarli dal carcere perché una volta fuori dalla galera, se non del tutto, ma almeno un 50% saranno rieducati. Poi, il resto bisogna farlo fuori. Se un uomo finisce in carcere per maltrattamenti, dovrebbero essere rieducati prima in carcere e poi fuori».
Filomena oggi ha ricominciato una nuova vita lontano da chi ha tentato di ucciderla. Impegnata nella presentazione del suo libro, tante sono le attività che la vedono presente in prima persona contro la violenza sulle donne. Quell’orco che l’ha ridotta in questo stato è già a piede libero, condannato a soli 18 mesi di carcere, ne ha scontati 15 per poi riprendersi la sua vita e – in un’intervista rilasciata mesi fa a Le Iene – ha ribadito di non essersi mai pentito di quel gesto e che sarebbe pronto a farlo nuovamente. Ed è forse da qui che bisogna ripartire: pene esemplari per chi commette gesti così atroci. E voi, donne, abbiate il coraggio di denunciare chi vi picchia, chi vi manca di rispetto, chi abusa di voi. Filomena, Grazia…Tante sono le vittime a Salerno. E’ ora di dire basta e fare in modo che chi commette un reato così grave possa finire in galera e scontare la sua pena dal primo all’ultimo giorno, come giusto che sia.