di Clemente Ultimo
A due anni dall’inizio della crisi pandemica – crisi che ha funzionato da innesco per una perturbazione economica alimentata ulteriormente dall’esplodere del conflitto in Ucraina – resta ai suoi massimi storici il numero delle famiglie che versano in condizioni di povertà assoluta, mentre cresce ulteriormente quello delle famiglie in stato di povertà relativa. Secondo l’ultimo rapporto Istat, nel 2021 sono 1,9 milioni le famiglie in stato di povertà assoluta e 2,9 quelle che versano in stato di povertà relativa. Numeri di per sé drammatici che, tuttavia, diventano ancora più preoccupanti se riferiti al Mezzogiorno. Mentre nelle regioni settentrionali, in particolare in quelle del Nord-est, la percentuale delle famiglie in stato di povertà assoluta si riduce in maniera anche sensibile, al Sud la tendenza è opposta: il 10% (nel 2020 era il 9,4%) dei nuclei familiari è alle prese con gravi difficoltà economiche, e ben il 20,8% (il 18,3% l’anno precedente) versa in condizioni di povertà relative. In questo scenario la Campania resta, purtroppo, terra di profonda emergenza economica e sociale, se non vera e propria maglia nera. E Salerno non fa eccezione. A confermarlo le parole di don Flavio Manzo, direttore della Caritas diocesana: «Nel territorio della nostra diocesi – sottolinea – i primi mesi dell’anno ci confermano purtroppo il perdurare della crisi. Credo sia sufficiente un solo dato per avere un’idea precisa della situazione: ad oggi l’ammontare delle risorse stanziate per la distribuzione di aiuti è già stata ampiamente superato dalle richieste, in pratica a metà anno i fondi sono di fatto esauriti. Probabilmente ha contribuito a questa situazione anche il fatto che per diversi mesi la Caritas ha rappresentato, in buona sostanza, l’unico canale di aiuto, ma ci sono senza dubbio elementi di crisi profondi con cui dobbiamo fare i conti».
Tra questi il caro bollette, che costringe numerose famiglie a richiedere il sostegno di Caritas e parrocchie.
«In questi mesi – prosegue don Flavio – i parroci, che rappresentano un po’ la nostra prima linea, stanno ricevendo numerosissime richieste di aiuto, cui si cerca di far fronte nel miglior modo possibile tenendo conto delle limitate risorse disponibili. Proprio per questo speriamo di riuscire ad avviare anche a Salerno dal prossimo mese di settembre il progetto Ospoweb di Caritas italiana, un portale in cui confluiscono i dati raccolti dai Centri di Ascolto delle Caritas diocesane. Grazie a questo strumento è possibile disegnare una vera e propria mappa dei bisogni e cercare di mettere in campo un’azione di sostegno più efficace, perché più mirata alle reali esigenze del territorio».
Intanto già disponibili sono i dati dell’ultimo Dossier regionale sulle povertà, elaborato dalla delegazione regionale di Caritas Campania sulla base dei resoconti forniti dai centri di ascolto delle diocesi delle cinque province campane. Un quadro drammatico, ma di grande interesse anche per il Salernitano, considerato che alla raccolta dei dati hanno contribuito quattro delle cinque diocesi esistenti sul territorio provinciale (mancano i dati della diocesi di Vallo della Lucania). Il rapporto inoltre – altro punto da non trascurare – è elaborato sulla base di dati raccolti nel biennio 2020/2021, consentendo così un preciso raffronto tra il periodo pre e post pandemico. Come anticipato i numeri contenuti del rapporto disegnano un quadro a fosche tinte, ad iniziare dal numero di coloro che hanno avuto necessità di ricorrere ai centri di ascolto in cerca di aiuto: nel giro di un anno si è registrato un aumento del 79,4%, per un totale di circa 45mila persone, familiari compresi. Ma non è solo il dato prettamente numerico a segnalare l’aggravarsi della situazione economico-sociale in regione, i numeri segnalano l’aumento esponenziale delle famiglie campane costrette a far ricorso ai centri Caritas in cerca di aiuto: se gli stranieri sono aumentati del 14,2%, gli italiani addirittura del 112,6%. Come leggere questo dato? Come segno della necessità di ricorrere al sostegno della Caritas da parte di nuclei familiari che, fino all’esplodere della crisi pandemica, non avevano mai avuto necessità di sostegno. E questo a dispetto dell’impatto che misure di sostegno, in primis il reddito di cittadinanza, hanno avuto in Campania. Tuttavia il crescente ricorso alla Caritas da parte di famiglie italiane è stato solo accelerato, ma si inserisce in una linea di tendenza costante – con unica eccezione una contrazione intorno al 2018 – che parte dal 2008, anno in cui gli effetti della crisi finanziaria statunitense raggiungono l’Europa. In questo contesto il colpo più duro si è abbattuto sulle famiglie, in particolare quelle al cui interno sono presenti più minori. Le nuove difficoltà prodotte economico-sociali prodotte dalla pandemia hanno acuito il disagio delle famiglie numerose, facendo di queste ultime le involontarie protagoniste della crescita della povertà. A tutto ciò vanno ad aggiungersi i rincari di beni e materie prime – con conseguente rallentamento delle attività economiche – prodotte dalla guerra in Ucraina. Un quadro da tener ben presente in vista di un autunno che si preannuncia difficile.