di Andrea Pellegrino
Povera Costiera Amalfitana. Il simbolo della provincia di Salerno, della Campania e d’Italia, riconosciuto in tutto il mondo, pare che sia diventata terra di nessuno. Che peccato. Un patrimonio che a mano a mano si sta distruggendo sotto i colpi mortali dell’indifferenza delle istituzioni. E se le amministrazioni locali hanno una loro colpa, ancor più grave è la responsabilità degli enti sovracomunali a partire dalla Regione Campania di Vincenzo De Luca che prosciugando (o quasi) il Poc sulle attività culturali manda tre milioni di euro per le luminarie di Natale mentre il duomo di Sant’Andrea di Amalfi cade a pezzi. Ma questo è un altro argomento. Una vergogna a cui, certamente, qualcuno dovrà porre rimedio in tempi stretti ma l’emergenza in Costa d’Amalfi è rappresentata anche da altro. Ed in questo caso ci potrebbe scappare anche il morto. L’ennesima tragedia sfiorata si è verificata la scorsa sera quando sulla strada tra Cetara e Vietri sul Mare, un motociclista ha investito un’anziana che stava attraversando la strada. L’impatto ha scaraventato violentemente la malcapitata, una 70enne, sull’asfalto. Per fortuna per lei solo ferite lacero contuse, escoriazioni e una frattura a una gamba, guaribili in 30 giorni. Ma è solo l’ultimo episodio in ordine di tempo che mostra il completo abbandono della Divina a vantaggio di intemperanti motociclisti. Domenica scorsa, infatti, un altro grave incidente balzato agli onori della cronaca. Da qui anche l’appello dell’ex sindaco di Cetara, Secondo Squizzato: «Ogni week end decine di moto di grande cilindrata sfrecciano a grande velocità sulla tortuosa statale amalfitana e nei centri abitati che l’attraversano trasformandola in un pericoloso circuito: nessun rispetto per la vita e l’incolumità delle persone. Nella pressocché totale assenza di controlli ancora oggi si è verificato un altro grave incidente. Che cosa occorre per affrontare il problema? L’ultima segnalazione ebbi modo di rivolgerla, da presidente della conferenza dei sindaci, al Prefetto, al Questore e all’Anas lo scorso mese di aprile, dopo un altrettanto grave episodio. Ora da semplice cittadino ancora lo ribadisco: non si aspetti la tragedia per intervenire». Appello rimasto, però, al momento, lettera morta nel mentre la strada statale 163 continua ad essere un circuito per le motociclette da corsa.