di Michelangelo Russo
Ma perché la Procura non chiama come consulenti (gratuiti, s’intende) i vecchi magistrati?
Le cronache hanno riportato la notizia, nei giorni scorsi, di pesanti critiche dell’ANAC (che è l’Autorità Nazionale Contro la Corruzione, si badi) all’appalto in corso di Porta Ovest.
Il discusso viadotto di collegamento dal porto all’autostrada. A parte la considerazione che nessuno ha mostrato sinora pubblicamente il “rendering”, cioè la rappresentazione virtuale tridimensionale dell’opera completa, e quindi i tornanti che intaccheranno il profilo storico da cartolina delle montagne sotto il castello di Arechi. A parte che sarebbe importante far vedere subito ai salernitani come sarà sventrata l’immagine più bella di Salerno, in modo da registrare da subito le reazioni (forse per questo si tira per le lunghe per arrivare a cose fatte!). A parte tutto ciò, vediamo in sintesi cosa ha detto l’ARPAC al Sistema Portuale della Regione Campania (ADSP) nel recente rapporto. Anzitutto l’Anticorruzione lamenta, nell’esame delle carte dell’appalto, ritardi e lievitazione notevole dei costi. Il Garante ha notato “gravi problematiche che hanno comportato un anomalo andamento delle lavorazioni ed un allungamento dei tempi di esecuzione”. Ora, se è vero che vi è stato un complesso processo penale per questioni legate all’interdittiva antimafia, e seppure vi è stata una problematica di natura fallimentare, ciò non di meno il Garante calca la mano sulle imprecisioni progettuali tra quanto previsto nel progetto esecutivo (si badi, il progetto esecutivo, cioè quello dichiarato completo) e le risultanze reali della quantità enorme di materiale di risulta, che, pare di capire, doveva essere riutilizzato come smaltimento attraverso la sua conversione in calcestruzzo. Insomma, è residuata una grande quantità di materiale inutilizzabile. Possibile che vi sia stato un errore progettuale tale da generare un problema di smaltimento di tale portata? Ma che razza di progetto esecutivo è stato usato? Non è finita. Il Garante fa notare che c‘è stata una lievitazione notevole dei prezzi da 98 a 116 milioni di euro a causa in parte dei predetti “errori” progettuali, costi lievitati attraverso varianti che hanno esaurito il ribasso d’asta (cioè la somma a scalare verso il basso sul prezzo d’asta. Vince in sostanza chi offre di meno e lo Stato così risparmia sul costo dell’opera). Il Garante fa chiaramente capire che questo sistema è già stato criticato in precedenza e in occasioni analoghe, perché dà adito a sospetti di trucco dell’asta in cui vince chi offre un prezzo bassissimo, nella speranza (o nella certezza?) di poter ottenere insperate e guarda caso provvidenziali varianti divenute necessarie per risolvere problemi insorti durante l’esecuzione dei lavori ma seriamente e veramente imprevedibili. Sbagli grossolani, in un progetto esecutivo, non sono concepibili!. Il Garante puntualizza anche che questa grossa quantità di materiale di scavo non utilizzabile per farne, come da progetto, cemento utile all’opera in corso, è finito in una certa Cava Puglietta di Campagna. Ora, su internet, con un semplice clic, emerge un articolo del 7 aprile 2016 pubblicato da La Città di Salerno, e a firma di Ferruccio Fabrico, che denuncia il fenomeno degli abusivismi delle cave, e il sorprendente comportamento della Regione Campania, e nello specifico della Direzione Lavori Pubblici, che praticamente non fa mai pagare le multe alle cave sanzionate per i loro misfatti ambientali. L’articolo è durissimo, ed allude pesantemente al Governatore De Luca e a un ormai nota figura di funzionario. Ebbene, nell’articolo stesso si cita la Cava Puglietta (quella dove sono finiti gli inerti eccessivi di Porta Ovest) come beneficiata dalla Regione con un decreto del 1 luglio 2015, che ha cancellato l’attività abusiva riscontrata da un funzionario diligente due anni prima e se le è cavata con una multa di mille euro. Insomma, c’è tanta carne a fuoco servita dall’Anticorruzione alla Procura di Salerno per chiarire bene queste anomalie. Se queste anomalie sono state accertate dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, con i sottesi spunti per l’Autorità Giudiziaria, nei mesi appena trascorsi, a oltre 10 anni dall’inizio dei lavori e dopo comunque un processo penale avviato, ci si può chiedere allora come le verifiche del Garante non siano state oggetto di approfondimento investigativo. Se un progetto dichiarato esecutivo dà luogo ad anomalie progettuali inspiegabilmente sbagliate in modo grossolano, qualche falso ideologico può ben esserci. Che cosa hanno letto nelle carte i periti della Procura quando hanno investigato?? Se non hanno letto bene, o se non ha letto bene la Procura, si ammetterà che degli sbagli sono stati fatti. Abbiamo già scritto una serie di articoli sulla vocazione della Regione Campania a bucare montagne dal paesaggio sacro, come la Costiera. E abbiamo ipotizzato che tanti buchi in territori protetti possano far pensare che non servono realmente ai cittadini, ma ad alimentare sbagli progettuali che poi portano ad immense masse di inerti che finiscono in discariche, per lo più nelle cave. Che fine fanno? Ma fa che poi serviranno ad alimentare i ripascimenti in atto e quelli futuri, magari del Master Plan da Agropoli a Pontecagnano? Per concludere, provocatoriamente (ma neppure tanto) è buona idea suggerire alla Procura della Repubblica di utilizzare i magistrati in pensione, reduci di un tempo di grandi inchieste, come consulenti gratuiti. Questi anziani, ma non vecchissimi, hanno conservato un metodo di analisi e hanno un patrimonio di intuizioni che possono essere ancora molto, ma molto utili alla Giustizia.
A presto, su altri casi ancora.