di Carmine LANDI
BATTIPAGLIA. Non sembra volersi placare in città il dibattito sul progetto “Passepartout”. L’iniziativa voluta fortemente dall’ex-sindaco, Giovanni Santomauro, e dal suo assessore alle Politiche Sociali, Francesco Della Corte, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio porterà all’inaugurazione di un centro polifunzionale per immigrati all’interno di un locale terraneo di 90 metri quadri confiscato alla camorra – apparteneva alla famiglia Ascolese – e ubicato al civico 33 di via Leopardi.
Tantissimi battipagliesi, purtroppo, prendendo i giornali tra le mani, si fermano semplicemente alla lettura dei titoli: in molti, infatti, continuano ad ignorare che il centro polifunzionale rivolgerà le proprie attenzioni soltanto agli immigrati regolari; a dispetto di quanto erroneamente sostenuto da molti, dunque, non si parla di clandestini.
Molti concittadini, poi, continuano a parlare di “centro di accoglienza”: in realtà – come specificato ieri da queste pagine – i locali di via Leopardi non sono adibiti al soggiorno, ma semplicemente a svolgere le funzioni tipiche di uno sportello. Si tratta, tutto sommato, di una nobile iniziativa, che – se svolta al meglio – potrebbe permettere a tantissimi immigrati regolari di sfuggire a certe dinamiche di sfruttamento che, purtroppo, sussistono ancora in città e nelle aree limitrofe.
Per la realizzazione dello sportello-centro sono stati spesi 80mila euro – a fronte di un appalto per la ristrutturazione di 35mila euro – e sarà compito della stampa cercare di comprendere come questi soldi siano stati sborsati.
Quel che è certo, però, è che quei soldi non sono stati affatto sottratti ai battipagliesi, dal momento che il Comune ha ottenuto gli 80mila euro dal PON soltanto perché in funzione di questo progetto; non si tratta, dunque, di quattrini che erano già nelle casse comunali.
«I fondi comunitari destinati al settore immigrazione – ha d’altronde spiegato Oreste Pignatari, ex-dirigente dell’azienda “Ferrara-Pignatelli” e ora coordinatore di Passepartout – sono vincolati e non intaccano le risorse per l’intera cittadinanza». Verità sacrosanta, per carità. È bellissimo, poi, che Battipaglia spenda delle energie per l’integrazione. Tuttavia, per dovere di cronaca, dobbiamo specificare che “realizzare iniziative in materia di impatto migratorio” era solo uno degli obiettivi operativi del secondo asse (su diffusione di condizioni di legalità e giustizia) del PON 2007-2013 “Sicurezza per lo Sviluppo – Obiettivo Convergenza”; altri obiettivi dello stesso asse, infatti, erano: “Tutela del lavoro regolare”, “Garantire maggiore trasparenza negli appalti pubblici”, “Contrastare il racket delle estorsioni e dell’usura”, “Migliorare la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata”, “Contenere gli effetti delle manifestazioni di devianza”, “Potenziare la dotazione tecnologica della P.A.”, “Diffondere la cultura della legalità”, “Realizzare tra gli operatori di sicurezza una formazione integrata”. Sul primo asse, invece, c’erano obiettivi legati alla tutela del contesto ambientale, al sicuro utilizzo delle vie di comunicazione e a tanti altri aspetti. Non che un obiettivo operativo escluda l’altro, per carità; tuttavia è giusto specificare che le risorse comunitarie FESR-CONV 2007-2013 non erano legate esclusivamente al campo migratorio.
«La scelta – ha spiegato Anna Pannullo, dirigente del Settore Politiche Sociali – è stata politica»: proprio per questo, gliindignados delle nostre terre dovrebbero chiedere alla vecchia amministrazione le motivazioni che hanno spinto a questa decisione. Eppure bisogna far chiarezza su un aspetto: i fondi PON non sono un bivio e, pertanto, la selezione di questo obiettivo operativo non escludeva l’ulteriore perseguimento di altre finalità. In altre parole, gli immigrati non stanno sottraendo nulla a nessuno, perché gli obiettivi operativi non si annullano a vicenda.
Ad ogni modo, diverse personalità di spicco hanno detto la propria sul centro-sportello: «È finito il tempo della polemica – ha dichiarato Daniela Palma, dirigente scolastico dell’avveniristico “Iis E. Ferrari” – e, siccome la magistratura sta facendo il suo corso, è inutile fare processi sui giornali, dal momento che siamo già commissariati! Auguro alle associazioni, dunque, di fare un buon lavoro, e mi permetto di suggerire con forza l’esigenza della presenza di mediatori culturali, indispensabili nelle scuole del territorio».
Anche Carlo Zara (Battipaglia Nostra) s’è espresso sulla vicenda: «La collocazione di un ufficio pubblico in un garage senza finestre – ha detto il fratello dell’ex-sindaco – è una motivazione più che sufficiente per affossare il progetto della cuccagna comunale. Quei locali andrebbero chiusi ed adibiti al solo uso consentito dalla legge, e le attrezzature andrebbero consegnate alla parrocchia “S.Gregorio VII”, che svolge già un ottimo servizio, a dispetto dei furbetti del quartierino»
Sulla quaestio, infine, ha fatto sentire la sua voce anche Cecilia Francese (Etica per il buon governo) – che stamattina sarà a Fasanarella per raccogliere firme per l’illuminazione pubblica di quell’area –: «che brutto dover subire questo clima di xenofobia – ha commentato l’endocrinologa – quando sarebbe bastato leggere la delibera per capire che si parla di immigrati regolari».