Di Adriano Falanga
Vendeva posti di lavoro all’Auchan di Pompei, condannato per truffa ad un anno di reclusione l’ex Tenente della Polizia Municipale di Pompei Franco Bocca, classe 1940. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per reati simili, nel 1992 fu oggetto di un’interrogazione parlamentare perché coinvolto in un’inchiesta dove venne accusato di intascare, con alcun suoi colleghi, i proventi delle multe. Non avrebbe perso il “vizietto” e approfittando delle sue conoscenze importanti sul territorio, ha ingannato e sottratto soldi a 4 persone, con la promessa di assunzioni all’ipermercato pompeiano. Vittime lo scafatese P.S. classe 1940, vigile urbano in servizio a Scafati e oggi in pensione. La cognata di quest’ultimo la signora C.M classe 1965, il fratello C.A classe 1982 e P.G. classe 1964, tutti di Angri. I fatti risalgono all’ottobre 2011, quando Bocca confida al vigile scafatese, di avere la possibilità di far assumere qualcuno al centro commerciale, all’epoca in piena attività. L’interessamento però costa 4 mila euro per le “spese” di convincimento dei dirigenti della multinazionale francese. L’uomo, pur sapendo che non si pagano i posti di lavoro, crede nella proposta del collega pompeiano, consapevole delle sue amicizia importanti in città, grazie al ruolo che ha ricoperto. Ne parla con i parenti angresi, in cerca di lavoro. Sono 4 mila euro a testa, ma P.S. raccoglie in un primo momento 10.500 euro, perché la cognata non dispone di tutta la cifra. Il saldo di 1.500 euro sarà effettuato più avanti, tramite un assegno bancario che il Bocca astutamente si lascia firmare ma non intestare. Saranno poi le indagini ad accertare la cronologia dell’assegno, risalendo appunto al truffatore. Il tempo passa, e delle assunzioni ancora nulla. Ad ogni richiesta di chiarimento una spiegazione diversa, fino a che i 4 si rendono conto di essere stati raggirati, e nel marzo 2012 sporgono denuncia per truffa. A difenderli l’avvocato Elvira Schioppa. “Finalmente siamo riusciti ad ottenere giustizia – spiega soddisfatta la legale di origine scafatese – e condannare un truffatore. Non si può ingannare la gente in questo modo, facendo leva sulla necessità di dover lavorare”. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Torre Annunziata, ufficio del giudice monocratico dottoressa Luisa Crasta. Un anno di reclusione e quattrocento euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali e legali. “Abbiamo ottenuto anche il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva nei confronti delle vittime, di quattromila euro ciascuno” aggiunge la dottoressa Schioppa, preannunciando richiesta di risarcimento danni.