di Monica De Santis
Due pompe autoadescanti per prelevare abusivamente l’acqua e ovviare alle recenti restrizioni imposte da quasi tutti i comuni, che limitano l’utilizzo dell’acqua causa siccità. A scoprirlo sono stati i militari della Stazione Carabinieri Forestale di San Cipriano Picentino. I carabinieri lungo le sponde del fiume Picentino, nel tratto in cui attraversa il comune di Giffoni Sei Casali, hanno scoperto 2 punti di prelievo abusivi; l’acqua veniva prelevata, come abbiamo detto, con due pompe autoadescanti alimentate da motori a scoppio, apparecchiature mobili corredate di tubazioni di distribuzione ed utilizzata per scopi irrigui. Un metodo questo non nuovo alla forze dell’ordine, che già in altre occasioni ed in altri punti del salernitano avevano rinvenuto apparecchiature simili per il prelievo abusivo dell’acqua. I militari hanno provveduto ad individuare l’utilizzatore dei dispositivi ed a contestare illeciti amministrativi per un importo fino a 40.000 euro. I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Sarno, nel corso di un controllo finalizzato a verificare la regolarità delle emissioni in atmosfera in una cava di estrazione, hanno scoperto un pozzo di emungimento acqua attivo ma non autorizzato e privo di contatore di portata. Hanno quindi proceduto a porre sotto sequestro amministrativo il pozzo e notiziato la competente Autorità Amministrativa per le verifiche del caso. Le captazioni non autorizzate, prive quindi di contatori e di studi sulle portate, non consentono il monitoraggio e il controllo del deflusso minimo vitale, ossia la quantità di acqua minima in grado di garantire la naturale integrità ecologica ed il perdurare di un corso d’acqua superficiale o sotterraneo e quindi il limite minimo oltre il quale non si devono effettuare ulteriori prelievi.