Politica? Il nullismo cosmico avanza - Le Cronache Attualità
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Politica? Il nullismo cosmico avanza

Politica? Il nullismo cosmico avanza

Lentamente, cercando di non cadere in qualche trappolone mediatico-giornalistico o provando a non svelare più di tanto il gossip che ha intrapreso forme innovative e tecnologiche (?), o anche itinerari personalistici che non interessano e non devono interessare nessuno, la questione politica vera e propria avanza. Sì, perché è bene ricordare che il tempo che resta, per le regionali o anche per le comunali qui a Salerno – a breve da realizzare, quindi, da queste parti, in Campania – è davvero poco per delineare quanto accaduto, anche perché la politica – quella che si pone l’obiettivo primario: sopravvivere – non è che nasce e muore nel giro di una settimana. Anzi, non è proprio così, forse è bene ricordarlo visto che attraversiamo un tempo veloce, anzi velocissimo. Un tempo che crea racconti, trasforma miti, e anche governi e posti di potere nel giro di poche battute (giornalistiche o meno) che paiono delineare con chiarezza (pure qui: ma quale chiarezza?) novità improvvise, seguite simultaneamente dal circuito informativo, che molto spesso anticipa lo stesso accadere degli eventi. Ecco, in fondo, quello che ha preso forma in questi ultimi tempi e continuerà a manifestarsi senza alcun esito di interruzione. E’ evidente che, come appare certo, è venuto a mancare ogni reale interesse pubblico, perché prevalgono una o più visioni che ossequiano, principalmente, la costante e progressiva cura dell’immagine, che prelude alla persistente e radicale affermazione del potere sempre avanzante. Senza fermarsi o arretrare. Facendo addirittura sbiadire espressioni filosofiche in lingua napoletana ben conosciute da queste parti: il comandare è meglio di molti altri atti fisici e mentali. Il comandare, quindi, è l’unica traccia che questa politica, ormai, effettivamente lascia: ieri, oggi e domani. Non ci sono altri principi più validi perché questa politica è davvero arrivata al punto centrale e insostituibile: non c’è null’altro.

Siamo, quindi, precipitati nel più tipico nullismo cosmico: l’obiettivo personale, oramai, è diventato prevaricante. E restano sempre indietro le marginalità che possiamo definire sociali, orgogliose di esserlo, che reputano sempre, di non avere alcuna necessità di agganciarsi a qualcuno o a qualcosa. Sono restati idealisti e anche dannosamente orgogliosi di vivere la propria normalità senza ricercare formule di sopravvivenza agevolate. Pensateci bene un attimo. Non esiste più, a tutti i livelli, una sequenza di comportamenti logica, ortodossamente riconoscibile da tutti, ma non importa. E’ la politica, o quello che resta, che ha compiuto la sua “rivoluzione”: ha abolito l’interesse generale, le regole effettivamente condivise, e ha dirottato convintamente sul panorama più personale e privatistico possibile. Nessuna novità, a dire il vero. Solo che si è davvero perso anche il più minimo confine.

Ernesto Pappalardo