Estorsioni a suon di bombe agli imprenditori, spaccio di droga e detenzione di materiale esplosivo che sarebbe servito per il pizzo. Reati aggravati dal metodo mafioso in quanto avrebbero agevolato la famiglia Iannaco/Sorrentino storica ed egemone cosca di Sant’Egidio del Monte Albino conosciuta come “I Zi Maist quelli di San Lorenzo”. Otto arresti di cui 6 in carcere, due ai domiciliari, un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 7 indagati a piede libero nell’ambito del blitz di ieri notte disposto dal gip Carla Di Filippo su richiesta della Dda (pm Giancarlo Russo) ed eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Salerno agli ordini del comandante Gianluca Trombetti con il supporto dei colleghi del reparto territoriale di Nocera Inferiore e della Tenenza di Pagani. Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Gennaro Alfano 49enne di Sant’Egidio del Monte Albino (già detenuto), Gaetano Attianese 26 anni di Pagani, Raffaele Maiorino 42enne di Sant’Egidio del Monte Albino (già detenuto), quindi il 61enne di Boscoreale Giuseppe Malvone (anche lui detenuto ed ex narcos dei Gallo/Limelli/Vangone), il 33enne Eliodoro Nicosia di Nocera Inferiore e Ferdinando Trapani anche lui di Sant’Egidio del Monte Albino. Ai domiciliari Gianluca Attianese 39enne di Nocera Inferiore (detenuto) e Marco Sorrentino 47 anni di Pagani e residente a Sant’Egidio. Il sodalizio dapprima (primi anni ’80) si poneva in posizione di neutralità – nel più ampio panorama delle alleanze regionali rispetto alla contrapposizione tra Nuova Camorra Organizzata e Nuova Famiglia dell’ora pentito Carmine Alfieri ‘o ntufat, successivamente schierandosi con il boss di Piazzolla di Nola a seguito dell’omicidio di Mario Iannaco. Le indagini hanno avuto la loro genesi a partire dai primi mesi di febbraio del 2018 e sono state originate dal susseguirsi di attentati ai danni di attività commerciali, mediante ordigni esplosivi artigianali, il primo dei quali in danno di una rivendita di materiale elettrico. Tra le principali attività delittuose contestate al sodalizio camorristico, oltre alla consumazione degli attentati contro le imprese, prodromici ad una capillare attività estorsiva, si evidenziano ulteriori reati di usura, rapine, furti e ricettazione di merce di provenienza illecita nonché di detenzione di armi da sparo e materie esplodenti. Il tutto tra la sussistenza di una diffusa situazione di omertà, desumendola dal comportamento degli imprenditori oggetto di attività estorsiva, ritenendola elemento sintomatico della esistenza dell’associazione camorristica e della sua perdurante operatività nel contesto territoriale. Appena sette giorni fa la Corte di Cassazione aveva respinto i ricorsi di Alfano e Maiorino condannando in via definitiva i due a oltre 12 anni di carcere con accuse ci estorsioni e detenzione di materiale esplodente. Al via invece oggi gli interrogatori di garanzia per gli 8 indagati raggiunti da misura cautelare davanti al gip di turno Guerra presso il Tribunale di Salerno. “Il provvedimento cautelare al pari di precedenti analoghi provvedimenti cautelari in uno con l’esecuzione di sequestri e confische di prevenzione per pericolosità qualificata, nell’Agro nocerino-sarnese, costituisce ulteriore fase di contrasto esercitata dalla Dda di Salerno e finalizzata alla ricostruzione della presenza ed attuale operatività sul territorio di organizzazioni camorristiche autoctone e non solo di ingerenze criminali sul territorio da parte di organizzazioni del napoletano”, ha detto il procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli.
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