La pianista napoletana sarà questa sera, alle ore 21,30, ospite de’ “I Concerti del Lunedì”, col suo trio
Di OLGA CHIEFFI
E’ la figlia d’arte di Gianni Desidery, Armanda, che stasera, alle ore 21,30, aprirà al jazz la piazzetta di Pisciotta, in cui sono in pieno svolgimento “I Concerti del Lunedì” ideati dal flautista Mauro Navarra e organizzati dall’Associazione “Artisti Cilentani Associati”. La pianista napoletana si presenterà in trio con il bassista Guido Russo e il batterista Marco Fazzari, per proporre il suo ultimo progetto, “ La stanza dei colori”, un composito quadro d’insieme, in cui la musica come i colori tratteggiano emozioni, sentimenti, espressioni di una ispirazione dai sapori caldi, dove la superba tecnica della Desidery determina l’amalgama di questo lavoro. I colori descritti dall’autrice sono le musicalità percorse con grazia e stile, dove il jazz, il funky il latin sono colori tra le mani di una raffinata compositrice. Esuberante, espressivo ed elegante mostra tutta la sua più fine arte jazzistica. La Desidery, vanta visibili studi classici che riesce ad integrare con maestria ad una fine libertà armonica e interpretativa. Una personalità musicale spiccata quella di Armanda, che attraversa sperimentazioni artistiche che si muovono tra ritmi afro cubani e brasiliani. Un interplay stupefacente: il suo jazz è asciutto, essenziale, declinato quasi per sottrazione; mai una nota ridondante, mai un passaggio superfluo, mai un’inutile sottolineatura ma un continuo gioco di rimandi, di ammiccamenti sonori, di scambi di ruolo in un flusso sonoro di grande eleganza. Freschezza inventiva, il suo fraseggiare così particolare che a volte può sfociare anche in un pianismo sicuramente più materico dominato soluzioni da soluzioni nate e “allevate” in ambito squisitamente jazzistico, sulle quali verranno sciolte le briglie alla fantasia. E se la leader, lirica di gran razza, coniugante l’espressività con la bellezza della forma, con un senso ritmico palesato in modo sempre naturale, che sa catturare l’ascoltatore in modo delicato, è stata maiuscola, dal canto loro, Guido Russo e, in particolare, Marco Fazzari, dovranno perfettamente assecondare la pianista, suggerendo e completando le sue architetture, ricche di luci, di segni, in una iridescente e caleidoscopica creatività, formante un mosaico affermazione di spontaneità, feeling, semplicità, in tempi in cui il linguaggio jazzistico diventa sempre più complesso e lo sviluppo di una diversa articolazione strumentale, l’affrontare strade nuove, deve anche poter significare non dover, ad ogni costo, cancellare i legami con un luminoso passato.