di Andrea Pellegrino
Richiesta di sopralluogo e diffida all’Anas e richiesta di chiarimenti all’Enel. Le Fonderie Pisano includono tutto questo nelle controdeduzioni inviate alla Regione Campania dopo l’avvio del secondo procedimento di sospensione dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale). In un dossier che raccoglie anche fotografie, la famiglia Pisano respinge quanto sollevato dall’Arpac di Salerno che con una sua ultima relazione ha fatto accendere nuovamente l’allarme rosso. «Rispetto alle criticità – scrivono – l’azienda ha già posto in essere puntuali attività volte ad eliminare le problematiche oggetto di segnalazione». Ed è per questo che l’ingegnere Mario Pisano «chiede un sopralluogo da parte del personale di polizia giudiziaria e di appartenente agli enti di controllo ambientale al fine di verificare la corretta e puntuale esecuzione delle attività di adeguamento poste in essere dalle Fonderie Pisano» e procedere, così, secondo l’amministratore dell’impresa, «all’archiviazione dell’avvio del procedimento per sospensione dell’attività». Ma accanto a ciò, la proprietà chiarisce alcuni aspetti. Soprattutto in merito allo scarico di acque reflue. Quanto, infatti, al superamento degli idrocarburi, Pisano dice: «Non rappresenta una sostanza nostra» ma potrebbe provenire dallo scavo effettuato dall’Enel durante il mese di marzo.
Ma la proprietà punterebbe il dito soprattutto contro l’Anas e quindi contro il vicino raccordo autostradale che collega l’A3. «Le Fonderie Pisano hanno avuto modo di documentare che il tratto autostrade che sovrasta il proprio sito industriale, caratterizzato da forte densità di traffico veicolare sia diurno e notturno, non è munito di canali di raccolta delle acque di dilavamento stradali né di alcun idoneo sistema di trattamento dei reflui da parte dell’ente gestore». Ed il 29 aprile è stato notificato un atto di diffida stragiudiziale all’Anas e per conoscenza al Comune di Salerno, all’Arpac ed all’Azienda Sanitaria Locale, con i Pisano che si «riservano anche eventuali richieste di risarcimento dei danni», nonché di «esposto alla Procura della Repubblica di Salerno», se «non dovesse essere posto opportuno rimedio atto ad evitare che le acque di dilavamento della autostrada e i liquidi sversati vadano a riversarsi nel fondo della Fonderia».
Infine sul superamento dell’escherichia coli, la proprietà precisa: «La questione è ben nota agli enti di controllo ambientale, perché nel corso degli ultimi anni si sono più volte verificati abusi innesti di acque nere nella condotta che raccoglie le acque meteoriche delle Fonderie Pisano, che hanno purtroppo causato il superamento del parametro».
Ora la Regione Campania avrà qualche giorno di tempo per visionare la pratica e procedere o meno alla sospensione dell’Autorizzazione integrata ambientale, già oggetto di riesame da parte della struttura regionale competente.