A un anno esatto da una breve inchiesta del nostro giornale sullo stato di salute del verde cittadino, sulla manutenzione latitante e l’abbandono, per certi versi, del Lungomare, con sporcizia spesso derivante dall’incuria e inciviltà degli stessi salernitani, e sull’attenzione da parte dell’amministrazione comunale agli spazi dedicati ad aiuole e alberi, un tempo passato caratteristici del nostro paesaggio costiero insieme ad un mare pulito e fruibile ai bagnanti, abbiamo voluto informarci su eventuali progetti al riguardo da parte degli addetti ai lavori, avendo notato un lieve miglioramento della flora, per così dire, locale.
Siamo stati accolti, in verità, con molta cortesia dall’ufficio “Uoc Verde Pubblico”, in via Pironti, dove si occupano da anni, anche se i risultati non sono sempre a noi visibili, di migliorare l’architettura del verde, nonostante, come abbiamo scoperto, la mancanza drammatica di fondi e il personale, di conseguenza, insufficiente visto che le scarse risorse non permettono nuove assunzioni, e la gestione di situazioni di emergenza che il peggioramento climatico crea con violente raffiche di vento e piccoli nubifragi, li costringa continuamente a specie di atti di eroismo quotidiani.
Da un anno circa, è tornato a dirigere questo ufficio l’architetto Vincenza Pisani dopo che lo aveva lasciato per dedicarsi, nei successivi venti anni, a lavorare nel settore urbanistico, riprendendo, dunque, le fila di un discorso legato al verde che per competenze e passione, e ce ne vuole tanta in circostanze di tagli economici drammatici, le è sempre stato a cuore.
Abbiamo scoperto che dopo aver affrontato il problema del punteruolo distruttivo di alberi storici del nostro panorama, con la collaborazione anche di professionisti esterni, l’amministrazione comunale ha voglia di intervenire programmaticamente per rendere vivibile la nostra città anche offrendole più spazi verdi, sempre operando con molta efficienza per quasi zero risorse.
«Questo lavoro mi piace – dice l’architetto Pisani – lo faccio con passione altrimenti non cercherei di inventare modi per ovviare alla penuria di investimenti nel settore a cui costringe il periodo di crisi. Nella Villa Comunale fino al mese scorso è stato fatto un intervento radicale di recupero dei prati, di risanamento degli arbusti e degli alberi, un lavoro per certi versi esemplare che accoglie chi l’attraversa; ora si respira in quei giardini, il luogo è come rinato. Noi stiamo cercando, anche altrove, di recupaerare il possibile.L’amministrazione comunale tiene, infatti, sia alla forma che al contenuto e sa che il colpo d’occhio dei visitatori che arrivano da fuori, ma anche per gli abitanti, ha la sua importanza, anche se ancora non siamo la Costa Azzurra. Già nell’ ’88-’89 avevamo recuperato il Lungomare Colombo; il progetto futuro è quello di recuperare il litorale di via Leucosia, il nostro ufficio ha tra le sue priorità la riqualificazione del verde della costa orientale della città coinvolgendo, nel programma, anche via Acquasanta. Appena troveremo un pò di disponibilità di risorse noi ci infileremo. Quello che attualmente stiamo già facendo è l’allestimento di ciotole cespugliose, arredi urbani di rinvigorimento del verde. Noi ce la stiamo mettendo tutta investendo, parallelamente, nella sanificazione ambientale e derattizzazione un po’ lasciati soli da quella stessa Asl che a parole dice di appoggiarci. In aggiunta a tutto ciò, siamo chiamati anche a gestire le emergenze del verde dopo i temporali, per la rimozione di alberi spezzati, oltre alla rimozione dei topi che l’operazione di distruzione attraverso le trappole ci impone di effettuare. Il nostro ufficio, insomma, ha più di un’incombenza da assolvere e cerchiamo sempre di essere operativi al massimo, anche con personale ridotto; un’opera di sensibilizzazione per gli sforzi che stiamo facendo ci ripagherebbe dei disagi a cui dobbiamo far fronte». Come dare torto all’architetto Pisani, che subisce attacchi da ogni parte, soprattutto dai cittadini; nonostante questo, da un anno il suo ufficio sta lavorando duramente, a tambur battente, per salvaguardare un patrimonio arboreo che, comunque, ha più di cinquanta anni e l’intervento su qualcosa già di per sè fatiscente diventa un’impresa eroica con risorse insufficienti e pochi collaboratori, decurtati e non sostituiti da pensionamenti e altro.
«Siamo ben consapevoli che il Lungomare va recuperato non solo con interventi fitosanitari ma anche con contributi estetici che ne esaltino la bellezza originaria. Tuttavia, oggi combattiamo anche con cambiamenti climatici che se prima consentivano una potatura una volta all’anno adesso richedono manutenzioni più frequenti. Le nostre operazioni, allo stato attuale, riguardano interventi antiparassitari notturni, pratiche colturali alle piante e agli arbusti, quartiere per quartiere, potature di manti erbosi e frondosi cresciuti in modo sproporzionato rispetto ad un ritmo di 40-50 anni fa, causa inquinamento. La sensibilità e l’interessamento dell’amministrazione è senza dubbio molto più forte che in passato, a noi spetta lavorare con efficacia, ciò che già facciamo, e cercare di ricavare dal bilancio risorse ad hoc, ciò che faremo appena possibile».