Maria Abate
Com’era previsto, in seguito alla diramazione dell’allerta meteo da parte della Protezione civile della Regione Campania, nella notte tra il 5 e il 6 novembre scorsi il nubifragio è avvenuto. E ha portato giù tutto ciò che rimaneva dei boschi incendiati anche in Costiera Amalfitana, dalla più verdeggiante Tramonti alla più marinara Positano. Eppure le iniziative atte a riscontrare le criticità post-incendi e a prevenire disastrose frane e smottamenti sono state molteplici nei mesi scorsi, dall’incontro pubblico presso la Biblioteca comunale di Amalfi al focus itinerante “Campania in Fiamme: Criticità & Proposte”. A non riportare danni – tra le zone colpite dagli incendi agostani – c’è Maiori, dove a inizio settembre furono attuati i lavori di bonifica del Vallone Lama, interessato da un pauroso incendio a ridosso dell’abitato la sera del 15 agosto. Altrove la situazione è critica e non collima con la qualifica di Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco riconosciuta alla Costa d’Amalfi, dalla quale dovrebbe scaturire una maggiore tutela dell’ambiente. Ieri, il risveglio degli abitanti costieri è stato tragico. A Tramonti, la più martoriata dalle fiamme durante la scorsa estate, fin dalle prime ore del giorno, un segnale di divieto ha avvisato i cittadini dell’interdizione del traffico veicolare sulla Strada Provinciale 141 Polvica-Pietre a causa della colata di fango, detriti e rami spezzati dalle zone collinari della frazione Paterno, devastate dagli incendi ad agosto. Disagi per studenti e lavoratori pendolari, che attendevano invano un pullman mai passato e che hanno dovuto aspettare lo sgombero della zona (la colata ha invaso non solo la sede stradale, ma anche il deposito edile di una ditta del posto sito sul margine della strada) prima di poter transitare. Le piogge violente hanno inoltre provocato il solito smottamento di pomice e fango sulla Strada Provinciale 1, che collega Ravello a Tramonti, formalmente chiusa al traffico veicolare dall’ottobre 2012, ma quotidianamente attraversata da turisti e lavoratori. Le auto degli impavidi automobilisti rimaste impantanate nel fango sono state liberate con pale e olio di gomito. A Positano, le intense piogge hanno gonfiato il torrente Rivo dei Mulini, riversando al suo interno fango e detriti “post-incendio” che giunti a valle hanno sommerso l’area adibita a deposito mezzi della nettezza urbana. La colata di fango e detriti è scesa sempre più a valle, ricoprendo di un denso strato marrone la chiara spiaggia che fino a sabato accoglieva i turisti in costume. C’è tempo per tutto.