Tema. Domenichi e il canone. Svolgo.
Di FEDERICO SANGUINETI
Che la storia letteraria sia esclusivamente o quasi al maschile è ideologia smentita ormai da dati di fatto disponibili a chiunque si colleghi ad Internet. Accessibili online sono infatti, pubblicate nel 1559 da Lodovico Domenichi, le Rime diverse d’alcune nobilissime, et virtuosissime donne. Ne è editore, a Lucca, Vincenzo Busdragho, dai cui torchi escono le opere di poetesse come Chiara Matraini (Rime et prose, 1555) e Laura Terracina (Le quarte rime nel 1551 e Le seste rime nel 1558). Secondo quanto emerge da indagini della maggiore studiosa dell’opera di Domenichi, Clara Stella, autrice fra l’altro, nel 2022, di un volume intitolato Lodovico Domenichi e le Rime diverse d’alcune nobilissime et virtuosissime donne (1559), la prima antologia consacrata alla lirica femminile raccoglie l’attività di verseggiatrici di ogni angolo d’Italia. A parte un gruppo di undici poetesse, su cui nel 2021 Chiara Graziano si è soffermata in una tesi magistrale a Pisa (Le poetesse senesi nelle ‘Rime diverse d’alcune nobilissime, et virtuosissime donne’ di Lodovico Domenichi, rel. Giorgio Masi), vi sono, ricorda Clara Stella, ‘Le autrici fiorentine’, ‘Le petrarchiste pistoiesi’, ‘Le autrici bolognesi’, ‘Monferrato e Liguria’. ‘Modena e Lucia Bertani dell’Oro’, ‘Le autrici napoletane’, ‘Il circolo ischitano e il caso di Costanza d’Avalos Piccolomini’, sicché le famose “pari opportunità”, di cui si vocifera come conquista ottenuta o da ottenere oggi, cinque secoli fa erano cosa ovvia e scontata. Nella dedica a Giannotto Castiglione, Domenici anticipa fra l’altro una formidabile formula come “la nobiltà, & eccellenza delle Donne”, replicata pari pari da Lucrezia Marinella nel capolavoro del 1600 intitolato per l’appunto La nobiltà et eccellenza delle Donne (su cui è uscito, nel 2021, un’importante monografia di Laura Schnieders). L’antologia del 1559 dà così vita a un canone, come dimostra il fatto che scrittrici e testi ritornano nella raccolta di Antonio Bulifon (Rime di cinquanta illustri poetesse, 1695); e, ciò che più importa, in quella di Luisa Bergalli (Componimenti poetici delle più illustri rimatrici d’ogni secolo, 1726): è il caso di Aurelia Petrucci, Anna Golfarini, Atalanta Sanese [= Donati], Alda Torella Lunata, Berenice G. [= Giesse], Cassandra Petrucci, Clarice Medici, Claudia dalla Rovere, Candida Gattesca, Cornelia Brunozzi de’ Villani, Caterina Pellegrina, Diamante Dolfi, Egeria Canossa, Fiorenza Piemontese, Fausta Tacita, Francesca B[aldi] Sanese, Giulia Braccalli, Gentile Dotta, Gaspara Stampa, Girolema Castellana, Costanza d’Avalo, Onorata Peci, Ortensia Scarpi, Ippolita Mirtilla, Isabella Pepoli, Isabella di Morra, Livia Torniella Boromea, Laudomia da San Gallo, Lucrezia Figliucci, Leonora Faletta, Lucrezia di Raimondo, Laudomia Forteguerri, Lisabetta da Capperello, Livia Pia Poeta [= Poeti Pii], Lucia Bertana, Maddalena Pallavicina, Maria Langosca, Maria Martelli de’ Panciatichi, Maria Spinola, Narda [Nardi] Fior[entina], Olimpia Malipiera, Pia Bichi, Margherita di Valois [= Reina di Navarra], Silvia di Somma, Selvagia Braccalli, Silvia Piccolomini, Virginia Gemma de’ Zuccheri, Veronica Gambera, Virginia Martini Salvi, Vittoria Colonna. Delle cinquantatrè rimatrici raccolte da Domenichi, solo tre mancano all’appello nel canone di Luisa Bergalli. Si tratta di Ermellina Arringhieri de’ Cerretani (nell’indice di Domenichi non è indicata la pagina in cui è presente), Maria da Sangallo (forse confusa da Bergalli con Laudomia da San Gallo) e, finalmente, P[aola] S[essa] Milanese.