di Andrea Pellegrino «I consulenti tecnici ritengono non pertinenti e fuorvianti le motivazioni riportate nella Memoria dello studio legale Zecca confermando, anzi aggravando, le criticità segnalate nella relazione tecnica con evidenti responsabilità a carico del direttore dell’esecuzione, architetto Marta Santoro del collaudatore, ingegnere Sergio Delle Femine e del Rappresentate della Fiengo Ceramiche s.r.l., Antonio Fiengo per aver contabilizzato e corrisposto all’impresa quanto non dovuto a termini di contratto». L’ingegnere Luigi Boeri, tra i consulenti tecnici nominati dalla Procura dell’ambito dell’inchiesta sulla variante ai lavori di Piazza della Libertà, smonta le osservazioni mosse dall’avvocato Zecca, legale della Fiengo Ceramica, azienda coinvolta, attraverso il suo legale rappresentante nell’indagine condotta dai pm Cantarella e Valenti. «Corrisponde al vero che nel progetto (Analisi Prezzi e Computo Metrico Estimativo) – scrive l’ingegnere Boeri – erano annoverati gli “sfridi”, che nel caso del Computo Metrico Estimativo sono stati così impropriamente definiti dai Progettisti ma che in realtà si tratta di un maggiore quantitativo di fornitura come puntualmente recepito nella “Lista delle categorie di lavoro e forniture” e confermati nell’elaborato grafico mentre per quanto concerne quelli riportati nell’analisi prezzi dei prezzi unitari non dovevano essere pagati perché ricompresi nel prezzo offerto dall’appaltatore così come espressamente riportato nel Capitolato speciale di appalto che invitava i concorrenti a tenerne conto nella formulazione del prezzo, giacché la misurazione per la contabilità sarebbe stata operata “al finito”». «Di fatto, avendo contabilizzato e pagato gli sfridi, gli stessi sono stati riconosciuti due volte, la prima legittimamente in quanto ricompresi nel prezzo e, quindi, nella formulazione dell’offerta del concorrente e la seconda illecitamente con l’allibramento nella contabilizzazione delle opere». La relazione è stata depositata durante la prima udienza preliminare. La prossima è fissata per il 6 luglio quando dovrà essere ascoltato Alberto Di Lorenzo. La Fiengo Ceramiche si aggiudicò (quale unica partecipante) l’appalto per la pavimentazione con un ribasso dello 0,764 per cento. Il tutto in pieno agosto. Ora è al centro dell’inchiesta, il suo titolare Antonio Fiengo è indagato ed i conti della società sono stati inizialmente sequestrati. Per lui, così come per gli altri imprenditori e tecnici coinvolti nella maxi inchiesta dei pm Cantarella e Valenti, l’accusa è anche di peculato e rischia il processo. Secondo la ricostruzione della vicenda della pavimentazione, il Comune bandisce la gara per l’affidamento della fornitura di pavimentazioni e rivestimenti per Piazza della Libertà. A base d’asta la somma di € 6.075.365,40 con il criterio di aggiudicazione secondo il prezzo più basso determinato mediante offerta a prezzi unitari. Alle 12 del 30 agosto 2010 c’è una sola domanda di partecipazione: quella della ditta Fiengo Ceramiche srl di Portici che offre un ribasso dello 0,764%. Ma da disciplinare di gara emergono altre due peculiarità: il Comune avrebbe richiesto la “pietra lavica etnea” per la pavimentazione della costruenda Piazza. Ed ancora, viene richiesta la “dichiarazione di impegno, in caso di aggiudicazione della fornitura, di disponibilità di idonei depositi per lo stoccaggio e la conservazione delle pietre e dei marmi lavorati per almeno 10.000,00 mq di lastre ubicati ad una distanza non superiore ai 100 km dal cantiere di posa di Piazza della Libertà in Salerno, per tutto il tempo necessario al completamento del trasferimento in cantiere del materiale stesso”. In sostanza tutte le ditte dal km 101 non hanno potuto partecipare alla gara.
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