C’è bisogno di ricorrere a Mozart e a Molière per definire l’architetto Villani. Sì proprio il delegato della Soprintendenza di Salerno, incaricato da Gennaro Miccio in persona per esprimere il parere negativo alla realizzazione dei parcheggi interrati di Piazza Cavour. Nel ricorso presentato da Andreozzi Costruzioni (che impugna l’atto, la cui discussione è fissata per il 24 gennaio innanzi al Tar Salerno) il nome scritto non c’è ma il riferimento è abbastanza palese. D’altronde, la firma per nome e per conto della Soprintendenza è la sua in calce al verbale della conferenza dei servizi tenutasi il 20 dicembre a Palazzo di Città. Ebbene, nel ricorso presentato dall’avvocato Marcello Fortunato, con il quale si chiede l’annullamento dell’ultimo verbale, e sostanzialmente il ritorno al primo parere (quando la Soprintendenza era favorevole all’intervento) si legge: «La partecipazione in conferenza della Soprintendenza si è risolta nella presenza di un convitato di pietra, delegato dal Soprintendente, incaricato del mero deposito di un parere contrario già redatto, senza alcuna indicazione per addivenire all’approvazione del progetto». In più – scrive ancora il legale – «al fine di sottrarsi a qualsiasi possibile interlocuzione, la stessa Soprintendenza ha pensato bene di rendere il predetto parere immediatamente in via definitiva, senza nemmeno rispettare il procedimento ex articolo 10 bis». Insomma leggendo il corposo atto presentato dall’Andreozzi Costruzioni sembra che la preoccupazione di Italia Nostra e figli delle chiancarelle non sia così campata in aria. Non fosse altro che l’avvocato Fortunato smonta quel che la stessa Italia Nostra e Figli delle chiancarelle, definiscono un “parere troppo debole” chiedendo nel contempo l’annullamento di tutti gli atti.
Se il ricorso dovesse essere accolto, praticamente si potrebbe ritornare (in attesa dell’udienza con la discussione nel merito) alla prima conferenza dei servizi. Quella del 17 gennaio 2012 quando la Soprintendenza espresse il suo parere favorevole, per poi cambiare idea solo successivamente. Ossia con un parere negativo (a firma di Villani e Miccio) formalizzato il 19 dicembre scorso ora impugnato dall’impresa aggiudicataria dell’intervento.
«E’ lo stesso organo Soprintendizio – si legge – a non aver trovato alcun profilo di contrasto con il paesaggio. La motivazione – resa limitatamente alla compatibilità paesaggistica – reca, in realtà, una valutazione storico – sociologica e culturale del tutto inconferente».
Insomma per l’avvocato Fortunato: «L’aspetto paesistico è del tutto estraneo alla motivazione offerta».
Il 24 gennaio si saprà cosa accadrà ma all’orizzonte, così come preannunciato da Italia Nostra e figli delle chiancarelle, se il sindaco non annullerà tutti gli atti, si rischia un nuovo capitolo giudiziario (amministrativo) simile a quello che sta caratterizzando in Crescent di Salerno.